Brandizzo, la Procura: «La strage non fu un caso isolato. Rfi ignorava le regole»


Non un errore isolato, ma un problema sistematico. Per la Procura di Ivrea, la strage di Brandizzo che nella notte tra il 30 e il 31 agosto 2023 costò la vita a cinque operai investiti da un treno in corsa sarebbe l’esito di pratiche consolidate e di controlli troppo deboli. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Gabriella Viglione e dalle pm Valentina Bossi e Giulia Nicodemi, punta il dito contro Rfi e ricostruisce una lunga sequenza di episodi analoghi avvenuti negli anni, prima e dopo quella notte. Una catena di incidenti che, secondo gli investigatori, mostra come il rispetto delle regole di sicurezza fosse spesso sacrificato alla necessità di comprimere i tempi dei lavori lungo le linee ferroviarie. La Stampa, che ha riportato i contenuti degli atti, parla di «violazioni abituali» delle procedure di protezione dei cantieri, non di una «follia collettiva» accaduta una sola volta.
Le relazioni tecniche dello Spresal dell’Asl
A supportare questa ricostruzione ci sono le relazioni tecniche dello Spresal dell’Asl To5. Gli ispettori elencano casi che ricordano da vicino le dinamiche di Brandizzo. Già il 28 giugno 2006, ad esempio, un capotreno fu travolto mentre lavorava con una macchina livellatrice vicino alla stazione di Civitanova: il macchinista non era stato avvisato della presenza del personale sui binari, e il rumore del macchinario impedì agli operai di sentire il segnale acustico del convoglio. Episodi più recenti confermano la stessa logica. L’8 maggio 2022, sulla tratta Biella–Santhià, una locomotiva si scontrò con un escavatore che era stato portato sui binari prima dell’interruzione formale della linea. Due casi diversi, ma con un comune denominatore: la fretta e la scarsa attenzione alle procedure di sicurezza.
Gli incidenti avvenuti dopo la strage di Brandizzo
Ma la lista non si ferma al passato. Anche dopo la tragedia del 2023 sono avvenuti incidenti, alcuni con esiti drammatici. Il 2 luglio dello stesso anno, lungo la tratta Domodossola–Arona–Milano, un geometra di cantiere perse la vita travolto da un treno. Pochi mesi più tardi, il 4 ottobre 2024, toccò a un operaio di 47 anni lungo la linea Bologna–Venezia. E ancora, il 4 marzo 2024 un altro lavoratore fu investito sulla Novara–Varallo durante i lavori di potenziamento della linea. Non mancano gli episodi con macchinari lasciati inavvertitamente sui binari, come accadde il 22 marzo 2024 a Treviglio Ovest. In altri casi a essere colpiti furono animali finiti lungo i binari. Bovini a Saint Christophe, ovini a San Zenone al Lambro e lungo la Roma–Minturno. Una sequenza che, messa nero su bianco, mostra come il problema riguarderebbe il sistema di gestione della sicurezza ferroviaria.
I magistrati: «Un problema sistematico di violazione delle procedure»
Secondo i magistrati, la condotta dei lavoratori a Brandizzo e il comportamento dei dirigenti di movimento che quella sera avevano i ritorni audio delle lavorazioni sono la dimostrazione di una “abitudinarietà” nelle violazioni. «Violare le procedure contenute nell’istruzione protezione cantieri (IPC) era un’abitudine» scrivono gli inquirenti. Per questo la tragedia «non fu il frutto di una follia collettiva: le immagini del 30 agosto 2023 lo dimostrano».