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Dazi, tensione alle stelle fra Usa e Cina. Pechino: «Combatteremo fino alla fine». Washington: «Vogliono farci affondare tutti»

14 Ottobre 2025 - 16:19 Bruno Gaetani
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Ancora in bilico il possibile incontro fra Trump e Xi in Corea del Nord. E l'Fmi suona l'allarme: «Rischio di effetti negativi sull'economia mondiale»

È di nuovo alle stelle la tensione fra Cina e Stati Uniti. Nei giorni scorsi, Pechino ha imposto una nuova stretta sull’esportazione di terre rare, un gruppo di materiali fondamentali per l’industria delle tecnologie pulite, della difesa e non solo. In tutta risposta, il presidente americano Donald Trump ha minacciato di imporre ulteriori dazi al 100% sui beni Made in China, suscitando l’ira di Pechino. «Se volete combattere, combatteremo fino alla fine. Se volete negoziare, la nostra porta rimane aperta», ha replicato oggi un portavoce del ministero del Commercio cinese.

Bessent punta il dito contro Pechino

La recente escalation diplomatica tra la prima e la seconda economia mondiale ha scosso i mercati finanziari e messo in discussione un possibile incontro tra Donald Trump e Xi Jinping in Corea del Sud, a margine del Forum dell’Apec in programma per fine ottobre. Nelle scorse ore, era stat il segretario al Tesoro americano, Scott Bessent, a gettare acqua sul fuoco e confermare che Washington e Pechino sono ancora al lavoro per organizzare il bilaterale. Eppure, dopo le parole del portavoce del governo cinese, è lo stesso Bessent ad alzare i toni e puntare il dito contro il Paese asiatico. «Sono nel mezzo di una recessione/depressione e stanno cercando di esportarla. Vogliono trascinare tutti gli altri giù con loro. Forse c’è qualche modello di business leninista in cui far male ai propri clienti è una buona idea», ha attaccato il segretario al Tesoro.

L’allarme del Fmi

A invitare le due parti al dialogo è il Fondo monetario internazionale, secondo cui un’escalation delle tensioni commerciali fra Usa e Cina potrebbero avere un impatto negativo a cascata sulla crescita economica mondiale. I commenti di Pierre-Olivier Gourinchas, capo economista del Fmi, arrivano in concomitanza con la pubblicazione delle stime sul Pil mondiale, che è dovrebbe crescere al 3,2% nel 2025 e al 3,1% per il 2026. Per quanto riguarda i dazi, invece, l’istituzione guidata da Gourinchas parla di una situazione in cui l’incertezza è ancora «elevata», a causa dell’«assenza di accordi chiari, trasparenti e duraturi tra i partner commerciali».

Foto copertina: EPA/Andres Martinez Casares | Il presidente cinese Xi Jinping

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