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La prima vittima del nitazeni in Italia, il caso di un 28enne morto per overdose: cos’è la droga «molto più potente del fentanyl»

20 Ottobre 2025 - 18:07 Davide Aldrigo
Nitazeni
Nitazeni
Prodotti negli anni '50 come antidolorifici sono tornati in circolazione nel 2019. Difficili da rintracciare, sono sempre più diffusi anche in Europa

L’assenza di siringhe e sigarette aveva inizialmente fatto escludere un decesso per droghe, ma ulteriori analisi condotte dai Ris di Roma su alcuni pezzi di stagnola hanno invece confermato che la causa della morte di un 28enne di Brunico (Bolzano) è stata un’overdose di nitazeni, un nuovo oppioide sintetico che in Italia non aveva ancora mietuto vittime. Adesso, a seguito anche di 35 segnalazioni correlate a questa sostanza, il procuratore di Bolzano, Axel Bisignano, lancia l’allarme: «Si tratta di una bomba – ha spiegato – molto più potente del fentanyl».

La prima morte in Italia lo scorso settembre

La morte del giovane risale al 10 settembre 2024, ma la notizia è trapelata solo ora, dopo che una lunga indagine ha condotto all’arresto del presunto pusher, un altoatesino di 29 anni. L’uomo è accusato di aver ceduto la sostanza letale alla vittima e di essere il responsabile di un ampio traffico di oppioidi sintetici, importati clandestinamente da vari Paesi europei. Le forze dell’ordine hanno inoltre sequestrato diversi plichi contenenti oppioidi sintetici, acquistati online con criptovalute e spediti da Grecia, Polonia, Gran Bretagna. Tra i ritrovamenti figurano sostanze appunto il nitazene (uno degli oppioidi più pericolosi, presente in diverse varianti) e il fentanyl, che rappresentano un grave rischio per la salute pubblica, anche se assunti in piccole dosi. In parallelo, un 27enne di Brunico è stato arrestato per possesso di 500 grammi di hashish, ceduti dal principale indagato.

nitazeni fentanyl

Un oppioide più pericoloso del fentanyl

Dieci, a volte venti volte più potenti del fentanyl, i nitazeni sono una classe di oppiodi sintetici, cioè prodotti in laboratorio. La loro azione è simile a quella degli oppiacei derivati dal papavero, come l’eroina, ma l’estrema concentrazione ne rende molto più difficile il dosaggio. L’origine dei nitazeni risale agli anni ’50, quando la casa farmaceutica Ciba li sviluppò come antidolorifici, precisamente lo stesso scopo del fentanyl, sintetizzato poco più tardi, nel 1960. Proprio per la sua maggior facilità di gestione, quest’ultimo – insieme alla morfina – fu preferito ai nitazeni, che non furono mai commercializzati. A partire dal 2019, però, queste sostanze sono ricomparse, in forma liquida, in pillole o in polvere, anche come risposta del narcotraffico ai crescenti limiti e controlli sulla produzione del fentanyl e di tutti i suoi derivati.

Il ruolo dei nitazeni nel narcotraffico

Oggi i nitazeni circolano in tutti i continenti, ma la loro produzione è da ricondursi principalmente alla Cina. A fare da volano alla diffusione di queste sostanze è principalmente il calo nella produzione di oppio in Afghanistan, che fa sì che l’eroina sia sempre più spesso tagliata con altri oppioidi, senza che i consumatori e gli acquirenti lo sappiano. L’identificazione dei nitazeni è poi complicata dal fatto che queste molecole non risultano nei test di routine progettati per rilevare morfina, eroina o Fentanyl, sia perché sono usati in concentrazioni molto basse in virtù della loro enorme efficacia, sia perché emergono continuamente derivati con strutture leggermente diverse. Anche per questo, il caso di Brunico ha richiesto mesi di indagini prima che si riuscisse a ricondurre il decesso a una droga così pericolosamente invisibile.

Foto di Towfiqu barbhuiya su Unsplash