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Trafugati dai tombaroli e ritrovati a Bruxelles: torneranno in Italia 300 reperti etruschi e romani dal valore inestimabile

20 Ottobre 2025 - 13:01 Ugo Milano
reperti rubati bruxelles
reperti rubati bruxelles
La procura di Roma e i carabinieri hanno sequestrato i reperti esportati illegalmente: erano nei magazzini di una società di commercio d'arte antica

Ceramiche etrusche e corinzie, statue romane, vasi e gioielli. È lungo l’elenco dei circa 300 reperti di provenienza italiana trovati a Bruxelles dai carabinieri addetti alla tutela del patrimonio. Oggetti antichi di valore inestimabile, trafugati dai tombaroli e portati all’estero illegalmente. Ora torneranno in Italia, grazie a un’operazione congiunta tra Italia e Belgio. Come riporta l’edizione romana di Repubblica, l’indagine che ha portato al ritrovamento era partita già anni fa con il caso del collezionista di New York Michael Steinhardt, costretto nel 2021 a restituire 180 antichità rubate.

L’inchiesta

Il sequestro è arrivato dopo un lungo lavoro di riconoscimento, durante cui sono state scandagliate foto d’archivio e banche dati. Allo stato attuale è stata riconosciuta la provenienza italiana di 132 reperti, e per altri 151 la probabilità è molto alta. Gli investigatori hanno seguito le tracce delle antichità trafugate fino ai depositi della Phoenix Ancient Art di Bruxelles, società che si occupa del commercio di antichità. Alcune delle opere ritrovate comparivano negli archivi dei più famigerati trafficanti d’arte tra cui l’italiano Giacomo Medici, condannato nel 2004 a 10 anni di carcere.

Il lotto sotto sequestro

Le opere per ora si trovano ancora nei magazzini della società che è diretta dai fratelli Aboutaam, tra i più importanti mercanti d’arte internazionali. Non sono indagati, ma il decreto di congelamento dei beni emesso dalla procura di Roma li obbliga a custodire le antichità intatte fino al loro trasferimento. Il rischio, si legge nel decreto di sequestro, è che «le opere, ancora in custodia alla Phoenix Ancient Art, possano essere cedute a musei o privati, disperdendo per sempre le prove del loro passato».

Foto copertina: ANSA/ ANGELO CARCONI | Immagine d’archivo