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Caso Venditti, nuovo sequestro di pc e tablet: Brescia teme la cancellazione delle prove

21 Ottobre 2025 - 14:43 Alba Romano
Mario Venditti
Mario Venditti
L’ex procuratore di Pavia è indagato per corruzione e peculato. Gli inquirenti cercano chat e contatti con politici e imprenditori legati al “Sistema Pavia”

I computer e i telefoni dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti restano sotto sequestro. Il Tribunale del Riesame ne aveva ordinato la restituzione, ma la Procura di Brescia è intervenuta prima che gli apparecchi fossero riconsegnati, ottenendo un nuovo provvedimento cautelare. Questa volta il sequestro non riguarda l’indagine sul delitto di Garlasco, per cui Venditti è accusato di corruzione in atti giudiziari, ma l’inchiesta più ampia sui presunti anni di malaffare nella Procura di Pavia. Nel fascicolo bresciano compaiono anche accuse di corruzione e peculato a carico di Venditti e del pubblico ministero Paolo Mazza, suo stretto collaboratore. A riportare la notizia è Il Giornale.

Il timore di cancellazioni

Secondo gli investigatori, il nuovo sequestro è stato disposto d’urgenza per evitare il rischio di cancellazione dei dati. Venditti, infatti, aveva rifiutato di fornire le password alla Guardia di finanza. Aveva dichiarato che le avrebbe comunicate solo «se fossero stati prelevati esclusivamente i file relativi al caso Garlasco». Una posizione che, per gli inquirenti, conferma il sospetto che nei dispositivi possano esserci elementi rilevanti su contatti, conversazioni e scambi con figure politiche e imprenditoriali considerate vicine all’ex procuratore.

L’indagine su dieci anni di “Sistema Pavia”

L’inchiesta bresciana, aperta nella primavera scorsa dopo la segnalazione del nuovo capo della Procura di Pavia, Fabio Napoleone, mira a fare luce su un decennio di presunte irregolarità interne all’ufficio giudiziario pavese. Secondo le prime ricostruzioni, alcune indagini avviate durante la gestione Venditti avrebbero avuto come obiettivo non solo l’azione giudiziaria, ma anche l’eliminazione di avversari e la tutela di ambienti considerati “amici”. Il procuratore di Brescia Francesco Prete, titolare dell’indagine insieme alla pm Claudia Moregola, ha elencato nella nuova richiesta di sequestro diversi fascicoli “anomali”, segnalati dalla Guardia di finanza. Tra questi anche l’inchiesta che aveva coinvolto i vertici del Policlinico San Matteo di Pavia.

Le inchieste sospette e i rapporti di Mario Venditti con la politica

Nel 2020, Venditti aveva iscritto nel registro degli indagati il presidente del San Matteo, Alessandro Venturi, e il direttore generale Carlo Nicora. Quest’ultimo era stato sottoposto a perquisizione durante una vacanza in montagna. Gli inquirenti di Brescia sospettano che quell’indagine mirasse a riportare sotto il controllo del cosiddetto “Sistema Pavia” gli appalti dell’ospedale. Sulla vicenda sono già stati ascoltati sia Venturi sia il presidente della Regione Attilio Fontana, che si è limitato a ricordare che «i testimoni sono tenuti al segreto». Nel mirino anche il fascicolo relativo alla mensa del San Matteo, da cui era nata una gara d’appalto vinta dai fratelli Massimiliano e William Fabbro. I due imprenditori sono considerati vicini al generale dei carabinieri Oreste Liporace – poi arrestato per corruzione – e al colonnello Maurizio Pappalardo, amico personale di Venditti. Anch’egli sarebbe stato coinvolto in indagini successive.

Le prossime mosse

Gli specialisti informatici della Guardia di finanza stanno tentando di superare i blocchi di sicurezza dei dispositivi per accedere ai dati interni. Le chat, i contatti e i documenti presenti su telefoni e computer potrebbero chiarire la rete di relazioni che ruotava attorno all’ex procuratore e ricostruire i legami tra magistratura, politica e affari.

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