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Amnesty: “Twitter è un posto tossico per le donne”

19 Dicembre 2018 - 10:29 Emma Bubola
Donne giornaliste o politiche insultate ogni 30 secondi sul social network: un nuovo rapporto punta il dito contro la misoginia su Twitter

Amnesty ha pubblicato il 18 dicembre il più grande studio mai realizzato su come le donne siano bersaglio di espressioni di odio online. Amnesty International e Element AI, che si occupa di intelligenza artificiale, hanno usato più di 6 500 volontari provenienti da 150 paesi per leggere tweets diretti a 778 donne politiche e giornaliste nel 2017.

 

Che appartengano a partiti di destra o di sinistra, lavorino per testate conservatrici o liberali non fa differenza: in un anno queste donne hanno ricevuto 1,1 milione di insulti o menzioni problematiche. Circa una ogni 30 secondi.

https://twitter.com/statuses/1007798442171748352

 

I tweet problematici rivolti alle donne di colore sono stati il 60% in più rispetto a quelli rivolti alle donne bianche, quelli esplicitamente offensivi l'84% in più. Per la maggior parte si trattava di insulti razzisti.

Gli attacchi si rivolgono all’intero spettro politico, ma in proporzione, le politiche di sinistra hanno ricevuto più offese di quelle di destra, mentre le giornaliste appartenenti a media più conservatori (The Sun o Breitbart) sono state più prese di mira di quelle del New York Times o del Guardian.

 

"L’Italia non è stata monitorata da questa ricerca ma posso dire che la situazione per le donne che prendono la parola soprattutto su alcuni temi è la stessa. Gli attacchi sessisti e misogini le spingono spesso ad evitare di esprimersi su certi argomenti.” spiega ad Open Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia. E continua "Si tratta di un problema di diritti umani, perché se persone tacciono le loro opinioni per paura di minacce e insulti, significa che la loro libertà di espressione è compromessa"

https://twitter.com/statuses/944314474709778434

Twitter ha recentemente aggiornato le sue norme sulla condotta che incita all'odio, e ha riconosciuto che alcune categorie di persone sono target preferenziali di abusi online. Tra questi “Donne, persone di colore, lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali, individui asessuati, comunità emarginate e storicamente sottorappresentate.”

 

Dopo anni di pressioni da parte dell’ONG, il 12 dicembre Twitter ha rilasciato una versione aggiornata del rapporto sulla trasparenza, che contiene per la prima volta delle regole su come Twitter sanziona discorsi di odio.  

 

Per Amnesty, questa risposta di Twitter all’azione costante dell’ONG è incoraggiante, ma non sufficiente. Secondo gli attivisti, Twitter dovrebbe rilasciare dati più precisi sul tipo di offesa, sul numero di post segnalati e sul tempo necessario ai moderatori per rispondere alle segnalazioni.

Amnesty, che ha già pubblicato un report nel 2017 e un altro a marzo di quest’anno, ritiene che non sia compito suo occuparsi di queste questioni. “Il fallimento di Twitter nell’affrontare efficacemente violenza e abusi sulla piattaforma ha un effetto catastrofico sulla libertà di espressione online e mina la mobilizzazione delle donne per uguaglianza e giustizia”.

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