Alle 6:33 del mattino ora italiana, dopo quasi 13 anni nello spazio, la sonda della Nasa New Horizons ha sorvolato Ultima Thule, il corpo celeste più lontano mai esplorato finora dall’uomo: si tratta di un corpo roccioso interamente coperto di ghiaccio, che dista 6,4 miliardi di chilometri dal sole. La sonda gli è passata “vicino”, a 3mila 500 km di distanza, e l’ha fotografato grazie ai suoi potenti telescopi: le prime immagini, in bianco e nero, dovrebbero arrivare nei prossimi giorni.
La traiettoria della sonda New Horizons (Credits/NASA)
“Abbiamo segnato un record – ha commentato il direttore del progetto, Alan Stern, del Southwest Research Institute -. Un veicolo spaziale non aveva mai esplorato prima di oggi qualcosa così distante da noi. Pensate, siamo a 1,6 miliardi di km da Plutone”.
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Il nome dato al corpo celeste non è casuale. Nella lettura e nella cartografia greca e latina, Thule indicava un’isola lontana del nord Europa (successivamente identificata con l’Islanda, la Groenlandia e, a partire dal XIX secolo, con la Norvegia). Il suo nome è associato metaforicamente a luoghi molto distanti che si trovano oltre i confini del mondo conosciuto. New Horizons è partita poco più di nove anni fa alla volta di Plutone, un pianeta nano che orbita alla periferia del sistema solare.