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Tav, verso il parere negativo costi-benefici. Salvini, ipotesi referendum

10 Gennaio 2019 - 09:08 Alessandro Parodi
Secondo indiscrezioni di Palazzo Chigi la valutazione costi-benefici avrebbe dato esito negativo. Il ministro dell'Interno, in caso di blocco dell'opera, si dice favorevole a una consultazione popolare. Di Maio: "non ho letto la bozza, ma il M5S resta contrario"

La relazione tecnica sui costi-benefici della Tav avrebbe dato esito negativo. È ciò che si apprende da fonti dell’esecutivo al termine del vertice che si è svolto nella serata di ieri 9 gennaio a Palazzo Chigi sul tema dei migranti. L’analisi è contenuta nella relazione consegnata ieri dal gruppo di lavoro del Mit, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti al governo, definita ancora una “bozza preliminare”.

Nessuna decisione comunque è stata ancora presa dall’esecutivo: si prende ancora tempo. Il vicepremier Luigi Di Maio rispondendo a Radio anch’io a una domanda sull’analisi ha dichiarato: “Non l’ho letta, è uno studio preliminare. Aspettiamo il dato ufficiale – ha continuato – i tecnici dovranno parlare e dire se quell’opera è un buon investimento”.

Ha inoltre confermato che il Movimento 5 Stelle è contrario all’opera e che le risorse finanziare stanziate per la Tav potrebbero essere utilizzate per migliorare la mobilità cittadina.

Di segno opposto la posizione di Matteo Salvini intervistato da Rtl: “Al governo si discute, anche sulle infrastrutture. Io sono a favore di nuove strade e ferrovie. La Tap, ad esempio, è in corso di lavorazione – nel merito dell’opera ha aggiunto – Sono a favore della Tav e affinché vada avanti. Se l’analisi dei tecnici sulla Tav fosse negativa, nessuno di noi vorrebbe né potrebbe fermare una richiesta di referendum”.

Salvini lancia quindi l’idea di una consultazione popolare per derimere la questione Tav. Dopo il caso delle navi Sea Eye e Sea Watch, l’Alta Velocità appare come un nuovo fronte di scontro all’interno del governo. Un conflitto che potrebbe trovare nel referendum sulla Tav, in cui Lega e M5S si confronterebbero da avversari, un vincitore legittimato dal voto popolare.

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