Cori razzisti, per sospendere la partita basteranno due richiami

Prima ne servivano tre. La Figc ha cambiato le regole, ma per l’interruzione definitiva servirà comunque il parere del responsabile della pubblica sicurezza

La Figc cambia la procedura per la sospensione temporanea delle partite in caso di cori razzisti. Il consiglio federale della Federazione italiana gioco calcio ha ridotto i richiami necessari da tre a due, eliminando il richiamo attraverso gli altoparlanti: ora al primo le squadre saranno radunate direttamente al centro del campo, al secondo (e non più al terzo) i giocatori rientreranno temporaneamente nello spogliatoio. Per la sospensione definitiva sarà comunque necessario il parere del responsabile della pubblica sicurezza a bordo campo.La polemica sulla sospensione delle partite in caso di cori razzisti è cominciata dopo Inter-Napoli del 26 dicembre scorso, quando il difensore azzurro Kalidou Koulibaly era stato bersagliato da fischi e ululati.


Dal campo di calcio, la questione si è presto spostata in Parlamento: il ministro dell’Interno Salvini e il sottosegretario con delega allo Sport Giorgetti hanno detto di essere contrari alla sospensione definitiva delle gare in caso di cori razzisti, per questioni di pubblica sicurezza. Di diverso avviso era stato l’allenatore del Napoli Carlo Ancelotti che nella conferenza stampa dopo l’ultimo Inter-Napoli aveva dichiarato che la sua squadra, qualora si fossero ripetuti episodi di razzismo dagli spalti, era intenzionata a intraprendere azioni unilaterali come abbandonare il campo anche senza una decisione da parte del direttore di gara o dei responsabili della pubblica sicurezza.Nella stessa seduta del consiglio della Figc è stato anche stabilito che il campionato di Serie B 2019/2020 sarà a 20 squadre e che Demetrio Albertini prenderà il posto di Gianni Rivera come responsabile del settore tecnico della Figc.