Indagato per estorsione l’ex portavoce della sindaca Appendino. Via dallo staff della sottosegretaria Castelli

Luca Pasquaretta avrebbe chiesto un nuovo lavoro alla sindaca minacciando di rivelare informazioni compromettenti. Lui si difende: «Non l’ho mai ricattata»

Un ricatto, verso Chiara Appendino. È l’accusa che la Procura di Torino avrebbe mosso verso Luca Pasquaretta, ex portavoce del sindaco di Torino, poi passato allo staff del viceministro all’Economia Laura Castelli. La parlamentare M5S ha deciso di interrompere la collaborazione con lui: «Ritengo sia necessario interrompere immediatamente il nostro rapporto di collaborazione. Rispetto e fiducia per il lavoro che svolgono i magistrati».


Pasquaretta si difende: «Non ho mai ricattato Chiara Appendino. È tutto un equivoco». Il 1° febbraio gli agenti della polizia giudiziaria avevano perquisito la sua abitazione, sequestrando cellulare e computer. Lo stesso giorno l’assessore al Commercio Alberto Sacco era stato ascoltato dal pm Gianfranco Colace come persona informata dei fatti.


I reati contestati andrebbero dall’estorsione, al traffico di influenza illecita alla turbativa d’asta. Tutto sarebbe avvenuto una volta concluso il lavoro di Luca Pasquaretta a Palazzo Civico, sede del comune di Torino. L’ex braccio destro del primo cittadino, conosciuto con il soprannome di «pitbull», ha già un’indagine a suo carico per il reato di peculato. Questa volta a causa di una consulenza svolta per il Salone del Libro di Torino del 2017. Un compenso di 5 mila euro, poi restituiti, per una prestazione che, sempre secondo il pm Gianfranco Colace, non sarebbe mai avvenuta.

In questa vicenda giudiziaria Chiara Appendino risulterebbe parte lesa. Luca Pasquaretta avrebbe minacciato la sindaca per avere un nuovo lavoro al termine del suo incarico come portavoce. Estorsione, un accusa che si somma ad altri fascicoli già aperti. Oltre la sospetta consulenza al Salone del Libro, il «pitbull» di Torino è indagato anche per apertura abusiva di luoghi di spettacolo e invasione di terreni: Qui l’episodio contestato è l’installazione di un maxischermo a Parco Dora per la finale di Champions League fra Juventus e Real Madrid del 3 giugno 2017, la stessa notte degli incidenti di piazza San Carlo.

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