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Dal carcere al call center: il nuovo lavoro di Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita

15 Febbraio 2019 - 17:57 Alessandro Parodi
L'ex senatore, condannato in via definitiva a 7 anni per appropriazione indebita di fondi pubblici, può uscire dal carcere e svolgere un'attività professionale. Proprio oggi, 15 febbraio, gli sono stati confiscati 9 milioni di euro di beni mobili e immobili 

Nell'immaginario collettivo nessuno è considerato più "casta" di chi abbia sottratto allo Stato milioni di euro di fondi pubblici utilizzando la propria posizione di potere per gonfiare spese personali, come pranzi sontuosi a base di caviale. Nessuno, parallelamente, è considerato più rappresentativo di una generazione senza futuro professionale come i lavoratori dei call center. La storia, o se si preferisce la cronaca, però, talvolta ribalta i ruoli come in una sorta di contrappasso. 

Luigi Lusi, ex senatore e tesoriere della Margherita, condannato con sentenza definitiva a sette anni per appropriazione indebita di fondi pubblici, da ieri 14 febbraio lavora in un call center. Lusi, originario di Capistrello (in provincia de L'Aquila), ha cominciato l'attività professionale fuori dal carcere di Avezzano, dove è rinchiuso, perché ammesso dal giudice a usufruire dell'articolo 21 dell'ordinamento penitenziario, che regola le attività lavorative fuori dal carcere. A renderlo noto è l'edizione abruzzese del quotidiano Il Messaggero.

Si tratta di un un beneficio concesso dal direttore dell'istituto penitenziario, che dovrà essere poi ratificato dall'autorità giudiziaria, che consiste nella possibilità di uscire dal carcere per svolgere un'attività lavorativa, anche autonoma, oppure per frequentare un corso di formazione professionale. 

Dal carcere al call center: il nuovo lavoro di Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita foto 1

Proprio  nella giornata odierna all'ex parlamentare sono stati confiscati dai militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma beni mobiliari e immobiliari per un ammontare di oltre 9 milioni di euro. Il provvedimento, in esecuzione di un'ordinanza della Corte di Appello di Roma conclude, per quanto concerne l'aspetto patrimoniale, la vicenda giudiziaria che ha riguardato Luigi Lusi.

I liquidatori ricordano inoltre che le azioni di risarcimento in sede civile non si esauriscono con la confisca odierna dei beni, ma stanno continuando e continueranno nei confronti di Lusi e di sua moglie, sia in Italia che all'estero, anche da parte di Francesco Rutelli, calunniato dall'ex-tesoriere, come stabilito definitivamente dalla corte di Cassazione. La Margherita si era costituita parte civile nel processo contro Lusi. L'ex sindaco di Roma ha ricordato in una nota a commento della vicenda che, all'atto dello scioglimento del partito, la Margherita aveva deciso di «donare i propri beni allo Stato, oltre ai 6,5 milioni di euro che già sono stati donati direttamente al Ministero dell'Economia».

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