Lo sgombero di Casapound? Non è una priorità. Lo aveva detto Matteo Salvini mesi fa, assicurando che tutti gli edifici occupati abusivamente andavano sgomberati, ma no, quello di via Napoleone III, in pieno centro a Roma, occupato da CasaPound non sarebbe stato in cima alla lista. Ad essere sgomberati sarebbero stati gli stabili che presentano criticità in termini di sicurezza, aveva spiegato il ministro degli Interni. È proprio così, oggi, mette nero su bianco il ministero dell'Economia.
La lettera del Mef
Va in questo senso la risposta inviata dal capo di gabinetto del Mef al Campidoglio e alla sindaca Virginia Raggi, che aveva chiesto – su mandato dell'assemblea capitolina e su voto, insieme, di M5S e Pd – lo sgombero dello stabile dopo 15 anni di occupazione. Fumata nera: la sede, occupata da 15 anni dall'estrema destra italiana del terzo millennio, non verrà sgomberata, non subito. Perché lo stabile, di proprietà dell'agenzia del Demanio, è sostanzialmente in buone condizioni.
Il ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Agenzia del Demanio precisano di avere svolto l’istruttoria e tutti gli adempimenti necessari a rientrare in possesso dell’immobile sito in Via Napoleone III occupato da CasaPound. Mef e Demanio ribadiscono che «a questo punto l’effettuazione dello sgombero dovrà essere valutata dal prefetto di Roma, che non lo ritiene prioritario in forza dei criteri stabiliti ad hoc».
Il Mef «conferma quanto avevamo detto: il palazzo è sicuro, pulito, non desta nessuna preoccupazione dal punto di vista giudiziario e di ordine pubblico», dice Simone Di Stefano a Open. «A oggi la nostra posizione è che CasaPound resterà al suo posto e sarà difesa da qualunque tentativo di sgombero finché ci sarà anche solo un centro sociale occupato di sinistra in Italia».
Simone Di Stefano, segretario nazionale CasaPound Italia
«Qui ci sono 18 famiglie italiane in emergenza abitativa. Prima ci sono tante occupazioni a sinistra da sgomberare. Poi ne riparliamo», aveva detto Andrea Antonini di CasaPound nel corso di una manifestazione in Campidoglio l'8 febbraio scorso. «Siamo pronti a resistere, anche fisicamente».
Le tappe della vicenda
Prima di inviare comunicazione alla sindaca Raggi, il ministero ha coinvolto il Demanio e la prefettura. L'agenzia del Demanio conferma a Open quanto già dichiarato a novembre scorso sulla questione, ricostruendo i 15 anni di occupazione dello stabile di via Napoleone III, a due passi dalla stazione Termini.
L’immobile «è in consegna per uso governativo al Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca dal 1963 e dal 2003 è occupato abusivamente dall’Associazione e da alcune famiglie in emergenza abitativa». Tre giorni dopo l'occupazione del 27 dicembre 2003 lo stesso ministero «ha segnalato» a Prefettura e Demanio, «l’urgenza di un immediato recupero dell’immobile». Segnalazione nuovamente sollecitata nel 2004, nel 2005 e nel 2008.
Di pari passo, la questione abitativa a Roma. Una delibera del comune del 2007 ha stabilito il programma e i criteri di assegnazione di oltre 10mila alloggi di edilizia residenziale pubblica prevedendo, ricorda ancora l'agenzia del Demanio, «di destinarne alcuni ai nuclei familiari in emergenza abitativa collocati in immobili storicamente occupati»: tra loro, anche quello di via Napoleone III.
Poi, nel 2014, la Regione Lazio «ha approvato il Piano straordinario per l’emergenza abitativa» che «riguarda anche le situazioni relative alle occupazioni di edifici pubblici e privati adibiti impropriamente ad abitazioni»: un elenco in cui figura anche lo stabile occupato da CasaPound.
Nel 2016 il commissario straordinario del Comune di Roma Francesco Paolo Tronca dispone di dare attuazione al programma regionale per l’emergenza abitativa: nell’elenco dei 74 immobili da sgomberare, allegato alla delibera, figura anche l’immobile di via Napoleone III. Immobile che però, questo il punto, non è stato, nè oggi nè allora, mai classificato fra le situazioni «critiche» da sgomberare in via prioritaria.
Perché in buone condizioni. Perché prima ci sono occupazioni che presentano situazioni più critiche: è la posizione di Salvini e oggi anche del suo collega di governo al'Economia, Giovanni Tria. Nel dicembre 2017 infine l’Agenzia del Demanio «ha ribadito al Prefetto di Roma l’esigenza di recuperare la disponibilità dell’immobile per poterlo destinare a una più proficua utilizzazione». Sì, ma non ora.