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Di Maio rilancia e punta sulla stabilità del Governo. Taverna: «Nessuno vuole staccare la spina»

26 Febbraio 2019 - 00:37 Francesca Martelli
In attesa di un nuovo vertice tra i due vicepremier, Matteo Salvini fa scudo ai 5 Stelle e promette di non chiedere nuovi ministeri per la Lega in caso di vittoria alle Europee. Ma il presidente della Camera Fico commenta così il voto in Sardegna: «Viva la democrazia»

La crisi dei consensi verso il Movimento 5 Stelle e l’allungamento dell’aspettativa di vita del Governo Conte: così dopo i risultati delle Regionali in Sardegna (con la vittoria del centrodestra: 47,81%) sarà un vertice – l’ennesimo – tra i due vicepremier a ribadire la tenuta della maggioranza. «Non ci pensiamo proprio a staccare la spina al Governo – spiega la senatrice M5S Paola Taverna – abbiamo portato a termine tanti punti che l’Italia aspettava». Nemmeno Matteo Salvini sembra volere accelerare la fine dell’Esecutivo che «durerà 5 anni» e su La7 promette di non chiedere nuovi ministeri per la Lega in caso di vittoria netta alle Europee.

Nella giornata del lentissimo spoglio elettorale, gli esponenti 5 Stelle erano rimasti nei loro uffici, complice la lunga sospensione a Palazzo Madama della seduta dove si discuteva del reddito di cittadinanza e Quota 100, ripresa solo a tarda sera. A rompere l’imbarazzo per il risultato delle Regionali è stato il candidato governatore M5S Francesco Desogus: «Non è il risultato aspettato», mentre la linea dei 5 Stelle resta quella di condannare le «accozzaglie», cioè l’insieme delle liste schierate a sostegno del vincitore Christian Solinas (11 liste) e del candidato del centro-sinistra Massimo Zedda (8 liste). Fino alle elezioni Europee il governo avrà davanti una serie di prove di compattezza.

La legittima difesa

Il 26 febbraio arriva alla Camera il provvedimento sulla legittima difesa. Si voteranno le pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni, ma poi ci sarà una sospensione per lasciare spazio alla commissione d’inchiesta sulle banche: Lega e 5 Stelle si sono accordate per rinviare la discussione di una settimana. «Non c’è alcun motivo per rinviare la legge che finalmente arriva in aula. Se la maggioranza ha qualche problema se lo risolva in fretta», dice la capogruppo di Forza Italia Mariastella Gelmini.

Ma l’opposizione non potrà gioire molto del rinvio perché quando tornerà in aula i tempi saranno contingentati e per il dibattito parlamentare ci sarà ancora meno tempo. Il leader leghista Matteo Salvini vorrebbe vedere la legge sulla legittima difesa (che dovrà tornare al Senato per un problema di coperture economiche) approvata entro marzo.

Voto finale sul Decretone

In Senato prosegue la discussione su Reddito di Cittadinanza e Quota 100, la votazione finale arriverà tra la sera del 26 febbraio e il giorno seguente. In questo modo, Lega e 5 Stelle sperano di potere incassare rapidamente consensi in vista delle Europee. Entrambi i partiti stanno cercando di mantenere i toni bassi e anche all’interno del Movimento 5 Stelle non ci sono state «nuove voci» platealmente critiche nei confronti dei vertici dopo il risultato in Sardegna. L’eccezione che pesa è però Roberto Fico; il presidente della Camera ha commentato le Regionali così: «Dico solo viva la democrazia».

Uno dei fedelissimi di Di Maio, il deputato Sergio Battelli, sfida la dissidente Paola Nugnes: «Affronti e sfati la profezia di Fassino. Si candidi lei per guidare il Movimento 5 Stelle. Non abbiamo bisogno di picconatori, ma di visione e proposte». Accentuare troppo le divisioni interne al partito, esplose da mesi dopo il decreto Sicurezza e quello Emergenze, significherebbe mostrare troppa debolezza nei confronti dell’alleato leghista. Molti parlamentari di spicco del M5S sono poi al secondo mandato e una fine anticipata del governo secondo le regole interne ai 5 Stelle, significherebbe l’addio al Parlamento.

Le elezioni regionali in Basilicata

Si voterà il 24 marzo, dopo le dimissioni del governatore Pd Marcello Pittella e la sospensione dell’incarico per effetto della legge Severino. I 5 Stelle dovranno affrontare una nuova sfida amministrativa, dove sono «più deboli» per stessa ammissione di Luigi Di Maio e avranno poco tempo per introdurre le nuove regole annunciate per avere maggiore contatto con il territorio. Il governo Lega-5 Stelle potrebbe trovarsi ad affrontare la vittoria del candidato di centrodestra (questa volta di Forza Italia) dopo le elezioni in Abruzzo e Sardegna.

Proseguire o fermare i lavori della Tav

Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli aveva annunciato una soluzione entro due settimane, dopo la mozione della maggioranza approvata alla Camera. Ma alla trasmissione Quarta Repubblica è il collega dell’Economia, Giovanni Tria a fare un passo in avanti: «Non mi interessa l’analisi costi-benefici. Il problema non è la Tav, il problema è che nessuno verrà mai a investire in Italia se il Paese mostra che un governo che cambia non sta ai patti, cambia i contratti, cambia le leggi e le fa retroattive. Questo è il problema, non la Tav».

Parole che hanno irritato il capo politico M5S, Luigi Di Maio. La tensione tra il titolare dell’Economia e i due vicepremier politici è alta da mesi. «Con i 5 Stelle si troverà una soluzione e non c’è stato nessuno scambio» ha detto iì il viceministro alle Infrastrutture, Edoardo Rixi, Una soluzione che potrebbe passare anche da un referendum sul tema, come ripete da settimane il leader leghista Salvini interessato soprattutto all’autonomia regionale.

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