Altro che svolta salutare, i fast food Usa negli ultimi 30 anni sono peggiorati. Lo studio

Nonostante sia in corso una revisione degli standard del cibo da parte di molte aziende, i giganti degli hamburger e delle crocchette non si sono adeguati, ma hanno aumentato le quantità del proprio cibo

Gli ultimi anni sono stati, per l’industria alimentare, caratterizzati da grandi cambiamenti. Le proteste, in continuo aumento, contro gli alimenti geneticamente modificati, i troppi grassi, gli animali cresciuti in cattività hanno modificato le necessità e le richieste dei consumatori. Non è un caso, quindi, se gran parte delle aziende hanno dovuto ridisegnare il proprio concetto di industrializzazione e rivedere i piani alimentari, di modo da lanciare sul mercato prodotti più salutari mettendo al primo posto il benessere degli acquirenti.


Anche l’America, patria del junk food e di un’alimentazione che non segue proprio standard salutari, si è piano piano arresa a questo andamento, ma con un’eccezione: i fast food. Negli ultimi 30 anni, mentre gli americani chiedevano meno sale e hanno cercato di ridurre il loro apporto calorico, le catene di fast food servivano più sale, aumentavano le dimensioni delle porzioni e aggiungevano calorie ai loro pasti, secondo un nuovo studio pubblicato questa settimana nel Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics.


Altro che svolta salutare, i fast food Usa negli ultimi 30 anni sono peggiorati. Lo studio foto 1

Un menu extra-large di McDonald’s

In particolare, tra il 1986 e il 2016, le porzioni dei pasti in 10 delle più grandi catene di fast food sono aumentate di 39 grammi, 90 calorie e hanno il 13,8% in più di sodio. Gli «accessori» del menu, come le patatine fritte, hanno visto un aumento di circa 42 calorie e quasi il 12% in più di sodio. E la porzione media di dessert ha raggiunto i 72 grammi, 186 calorie, con un aumento del 3,6% di sodio. Nel disinteresse totale, l’industria del fast food continua a contribuire ai costosi e mortali problemi di salute cronici, tra cui obesità e malattie cardiache. Infatti, circa il 40% degli adulti americani sono obesi, e molti di loro sono giovani.

I ricercatori dietro al nuovo studio si sono proposti di vedere come le offerte dell’industria del fast food siano cambiate negli ultimi trent’anni. Per farlo, hanno analizzato le offerte di menu del 1986, 1991 e 2016 di alcuni dei giganti delle patate fritte e degli hamburger extra large, come McDonald’s e Burger King. Lo studio ha riconosciuto che alcune di queste catene hanno aggiunto opzioni di insalate ai loro menu, ma questo – chiaramente – non ha influito sulla direzione generale dei profili di salute delle offerte di menu.

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