Come funziona una delle “agenzie” più googlate in Italia per l’utero in affitto

di OPEN

Chi decide di rivolgersi all’estero per ricorrere alla «gestazione per altri» probabilmente si troverà a digitare «maternità surrogata» su Google: uno dei primi siti che compare sul motore di ricerca è quello di Surrogacy Italy, gestito da Gestlife. Abbiamo parlato con uno dei consulenti che però specifica: «Siamo uno studio di consulenza legale»

In Italia la maternità surrogata è vietata dalla legge, questo però non impedisce agli italiani di ricorrere al cosiddetto utero in affitto. Centinaia, tra single e coppie, ogni anno vanno all’estero e tornano con un bambino grazie alla cosiddetta «gestazione per altri». Chi si trova a valutare questa opzione probabilmente come prima azione digiterà «maternità surrogata» su Google. Uno dei primi risultati che compaiono sul motore di ricerca è il sito di Surrogacy Italy gestito da Gestlife, uno studio di consulenza legale che si occupa di dare supporto agli aspiranti genitori e di metterli poi in contatto con strutture che operano nei Paesi dove la maternità surrogata è legale come Russia, Ucraina, Stati Uniti. Simone, nome di fantasia, è uno dei consulenti che lavorano con Gestlife, preferisce rimanere anonimo perché le due dichiarazioni sono «a titolo personale e non a nome dell’organizzazione», chiarisce subito.


«Gestlife è un marchio che riunisce una serie di studi legali che si occupano di procreazione assistita e maternità surrogata. Abbiamo diverse filiali all’estero nei Paesi in cui l’utero in affitto è legale. Ci occupiamo sostanzialmente di mettere in contatto le persone con le varie parti del processo: clinica, portatrice ecc e offriamo assistenza legale». La struttura opera da sette anni e ogni anno circa 500 persone contattano Gestlife perché interessate alla maternità surrogata, di queste circa 200 intraprendono il percorso. Più della metà sono coppie eterossessuali con difficoltà a concepire, circa il 45% sono gay, mentre sono molti meno i single: più spesso uomini che donne. «Gli italiani che si rivolgono ogni anno “solo” a Gestlife sono un centinaio, certo non tutti intraprendono il percorso. Ma proprio a inizio febbraio è nato il primo bimbo italiano del 2019».


Tracciare il fenomeno è difficile perché le agenzie sono tante e spesso le coppie vanno direttamente all’estero per mettersi in contatto con la donna che porterà in grembo il loro bambino. «Quello che è sicuro è che sono centinaia le coppie italiane che vanno in altri Paesi per avere un bambino, in particolare in Ucraina. I genitori che si rivolgono a noi hanno in media 40 anni, ma ci sono anche coppie più giovani, di solito sono quelle che hanno avuto problemi di salute», dice Simone. Il senatore leghista Simone Pillon vuole impedire agli italiani di ricorrere all’utero in affitto, punendo anche chi va nei Paesi dove è legale. Per farlo ha già presentato una proposta di legge. In un’intervista a Open, Pillon ha definito la maternità «una pratica abominevole» a cui, secondo il senatore, bisogna porre fine al più presto: «Occorre fermare questo commercio di donne e bambini», aveva detto l’onorevole leghista. Secondo Simone però anche se il ddl dovesse passare, l’attività dell’azienda per cui lavora non ne risentirebbe perché gli italiani continuerebbero ad andare all’estero per avere un figlio. «Non si può impedire alle coppie di andare in altri Paesi e di tornare con un bambino che sul certificato di nascita è figlio loro e in effetti lo è visto che il più delle volte si tratta poi di genitori biologici».

Simone assicura di non condividere la proposta del senatore non per una questione di eventuali mancati profitti, ma anche da un punto di vista ideologico:  «Pillon dice di voler proteggere la dignità delle donne, invece mi sembra una visione maschilista che non lascia alle donne la libertà di decidere perché chi si offre come madre surrogata è consenziente e consapevole. In alcuni Stati la legge è molto precisa su questo punto: le donne per poter fare le mamme surrogate devono rispettare alcuni requisiti, come essere psicologicamente equilibrate ed economicamente indipendenti. Non c’è nessuna compravendita». Le donne che collaborano con Gestlife come portatrici vengono sottoposte a controlli sia clinici che psicologici, inoltre non vengono mai impiantati più di due embrioni alla volta, in Europa il limite è di tre. Per quanto riguarda il costo: va dai 40 ai 120 mila euro, dipende dai Paesi in cui le coppie decidono di andare: «In Ucraina è meno caro, negli Stati Uniti il costo è più elevato».

Per quanto riguarda i bambini nati con l’utero in affitto, Simone conferma che «hanno bisogno di uno sostegno psicologico, come i bambini che vengono adottati» perché devono sapere come sono venuti al mondo: «Io personalmente non posso che essere d’accordo con la maternità surrogata, ma capisco e rispetto chi ha una visione diversa. Dico solo che bisognerebbe trovarsi nella situazione prima di giudicare. Sono questioni private sui cui lo Stato non deve intervenire. Conosco coppie che non erano d’accordo, ma poi si sono ritrovate nella situazione e sono ricorsi alla surrogata». 

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