In Evidenza ENISiriaUSA
ATTUALITÀImmigrazioneLegaMatteo SalviniRamiSan DonatoScuolabusSocial mediaVideoWeb

Le ombre di Salvini e il fango social sul padre di Rami che replica: «Vergogna, noi tutti puliti»

26 Marzo 2019 - 09:47 Chiara Piselli
Una serie di precedenti penali a carico di uno «stretto familiare di Rami» sembra abbia già scritto le conclusioni di questa storia. «Io la cittadinanza la concedo solo a chi ha la fedina penale pulita - chiarisce Salvini -, se qualcuno non l'ha ottenuta dopo 20 anni chiedetevi perché». Il padre di Rami: «Non lo so perché ha detto così. Io e la mia famiglia siamo tutti puliti, abbiamo il permesso di soggiorno illimitato»

Rami strumentalizzato dalla sinistra. Questa la convinzione di Matteo Salvini che fa un deciso passo indietro sulla concessione della cittadinanza al piccolo Rami, il 13enneautore delle telefonate che hanno consentito ai 51 alunni a bordo del bus, dirottatoe poi incendiato da Ousseynou Sy, di evitare il peggio.

«Conto che questo ragazzino torni presto alla sua vita normaleperché ho l'impressione che venga usato come paladino della sinistra -commenta il ministro dell'Interno -. Se la nuova frontiera del Pd è tornare a combattere per lo ius soli vuol dire che ci tocca governare per i prossimi 50 anni».

Ma sono altri gli ostacoli che hanno fatto cambiare idea al vicepremier leghista. Una «serie di precedenti penali» a carico di uno «stretto familiare di Rami» sembra abbia già scritto le conclusioni di questa storia. «Spero di potergli dare questa benedetta cittadinanza anche domani – dice Salvini – ma se ci fossero motivi, sui quali non entro nel merito, che mi impedissero di farlo…».

La fine della frase è chiara, il vicepremier sembra avere già deciso:«Penso che anche un tombino abbia capito di che cosa sto parlando», indugia.«è chiaro che i figli non rispondono dei problemi altrui, però…». La frase resta aperta, ma il senso è chiaro: non è possibile chiudere un occhio perché «la cittadinanza è un bene così prezioso che deve essere una scelta consapevole».

Le ombre di Salvini e il fango social sul padre di Rami che replica: «Vergogna, noi tutti puliti» foto 2

I presunti guai con la giustizia in famiglia

Il titolare del Viminalelo ha più volte ribadito: «Purtroppo al momento non ci sono gli elementi per concedere la cittadinanza a Rami». La cautela è dettata da alcuni elementi, emersi nel corso dell'analisi dei requisiti, che riguardano il contesto familiare e che lasciano già ipotizzare un dietrofont rispetto alle iniziali intenzioni di Salvini.

In particolare, stando alle parole del ministro dell'Interno, l'ostacolo maggiore è dovuto una serie di precedenti penali a carico di uno stretto familiare diRami Shehata. «Io la cittadinanza la concedo solo a chi ha la fedina penale pulita – ha chiarito Salvini -. Non parlo dei ragazzini di 13 anni, ma se qualcuno nonl'ha ottenuta dopo 20 anni chiedetevi perché».

Pur non essendo stato esplicitato, il vicepremier leghista ha più volte lasciato intendere che sia il padre Rami, Khaled Shehata, ad avere avuto guai con la giustizia. E concedere la cittadinanza al 13enne vorrebbe dire modificare anche lo status deisuoi familiari stretti, in quanto diverrebbero parenti di un cittadino italiano e, dunque, europeo.

Le ombre di Salvini e il fango social sul padre di Rami che replica: «Vergogna, noi tutti puliti» foto 1

La posizione del padre di Rami

«È colpa dei giornalisti che mi hanno intervistato. Loro hanno insistito affinché chiedessi la cittadinanza per Rami, suo fratello e mia moglie». È spazientitoil signor KhaledShehataquando risponde al telefono egli si chiede ancora una volta della cittadinanza promessa a suo figlio dal ministro Salvini. «Se i giornalisti non me l'avessero più volte ripetuto, io non l'avrei chiesta e tutto sarebbe finito così».

«Invece – prosegue- loro hanno continuato a dirmi: tuo figlio ha salvato tante persone, tu hai diritto di chiedere la cittadinanza a Salvini per la tua famiglia. Altrimenti io non gliela avrei chiesta».

Il ministro Salvini parla di una serie di precedenti penali che riguardano la sua famiglia. A chi si riferisce?

«Io non lo so. Io e la mia famigliasiamo tutti puliti, non c'è nessun precedente penale».

E sua moglie?

«Anche mia moglie non ne sa niente e quindi non riesce a capire».

Quindi come interpreta le parole di Salvini?

«Magari quello che dice è sbagliato o non è vero».

E questi ostacoli che sono emersi per concedere la cittadinanza a Rami?

«Io non lo so perché ha detto così, non lo so proprio. Nella mia famiglia siamo tutti a posto. abbiamo un permesso di soggiorno dal 2003. Sono 16 anni che abbiamo il permesso di soggiorno. Siamo tutti puliti. Non ce ne sono precedenti penali».

Lei ha un permesso di soggiorno illimitato?

«Sì, è illimitato. Possiamo restare in Italia per tutta la vita».

E come mai non ha chiesto la cittadinanza italiana?

«Non ci ho mai pensato veramente, non ho mai fatto richiesta perché per me è uguale, non cambia niente. Ho sempre lavorato non ho mai avuto problemi, non mi cambia niente, mi sento comunque cittadino italiano».

Cosa vorrebbe dire al ministro Salvini?
«Io vorrei sapere perchédice così, di quali precedenti penali parla se invece non esiste nulla. Io non ho mai avuto problemi, mai fatto casino, ho sempre lavorato.Io vorrei che fosse chiaro che se lui vuole dare la cittadinanza, molto volentieri. Se non vuole darla, non c'è problema. Non mi cambia niente. Per me l'importante è vivere tranquillo».

Articoli di ATTUALITÀ più letti