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Terzani? «Sopravvalutato». E la Lega affossa il premio dedicato al giornalista

30 Marzo 2019 - 10:00 Redazione
«Roba da comunisti», dice la giunta leghista alla guida del comune di Udine dallo scorso anno. I fondi per il Festival passano da 30mila a 10mila euro

«Sopravvalutato». Un «santo secolare». «Roba da comunisti». È così che il comune di Udine, guidato dallo scorso anno da una giunta leghista, taglia i finanziamenti al Premio letterario internazionale dedicato al giornalista e scrittore Tiziano Terzani.

A spiegarlo è l’assessore alla cultura leghista Fabrizio Cigolot: ragioni di soldi, ma anche di valutazione dell’opera e della figura del giornalista, che a detta dell’assessore negli anni è stato sopravvalutato. «Terzani è diventato un santo secolare, un oggetto di culto», dice Cigolot.

«Complimenti a chi è riuscito a imporlo associandolo a un’idea di alta qualità come persona, della quale io fortemente dubito anche perché ci sono autorevoli esponenti che sull’analisi storica di Terzani avrebbero mosso più di qualche critica».

I finanziamenti dedicati al Festival letterario di Udine Vicino/Lontano – che si tiene ogni anno a maggio e che promuove il Premio internazionale Tiziano Terzani – passano così, da quest’anno, da 30mila euro a 10 mila euro. Perché non solo è «roba da comunisti», dice la giunta leghista. ma «non porta alcun vantaggio economico».

«Non promuove qualcosa di specifico e identificabile con la nostra realtà e funge in maniera marginale da traino per l’industria turistica», prosegue Fabrizio Cigolot. «Non valorizza il territorio e non promuove il turismo».

Le reazioni

«Quello che afferma l’assessore su Tiziano non è serio, è demagogia», replica la moglie Angela Staude, che oggi ha 79 anni e che insieme ai figli Saskia e Folco ha contribuito all’istituzione del premio da parte dell’associazione culturale vicino/lontano.

«Accettiamo le critiche, ma non in questo modo cialtrone e superficiale». I tagli ai fondi, dice Angela, sono di fatto un modo per boicottare l’appuntamento, conditi da «un segno di disprezzo» per un lavoro che dura da 15 anni.

«Cigolot ha detto che la figura di Terzani non vale molto, quando i suoi libri sono stati tradotti in 15 Paesi, tra cui gli Usa, Francia, Gran Bretagna e Bulgaria» ricorda Federico Pirone, che di Cigolot è il predecessore all’assessorato alla Cultura del comune.

«Le parole dell’assessore sono molto gravi, abbiamo provato notevole imbarazzo per quello che stava dicendo in aula». Pirone condanna «l’ottusità che accompagna questa amministrazione».

Chi è Tiziano Terzani

Nato a Firenze nel 1938 da famiglia modesta, Terzani riuscì a studiare e a laurearsi (con lode) in giurisprudenza alla Normale di Pisa. Come manager della Olivetti, ebbe occasione di viaggiare in tutto il mondo. Prima in Europa, poi in Asia e in Cina.

Il suo primo reportage su L’Astrolabio raccontava della segregazione in Sud Africa. In California, alla Stanford University, imparò il cinese. Dimessosi dalla Olivetti dopo un’aspettativa per ragioni di studio, iniziò a girare tutta Europa alla ricerca di un lavoro da corrispondente. La risposta positiva arrivò da Der Spiegel allora diretto da Rudolf Augstein, con un contratto da free lance per la copertura del Sud-est asiatico.

Raccontò dal fronte la guerra in Vietnam, e cominciò a collaborare saltuariamente con l’Espresso e Il Giorno prima, poi con Il Messaggero e la neonata Repubblica. Nel frattempo iniziò anche a pubblicare libri per Feltrinelli. Riuscì finalmente a stabilirsi a Pechino agli inizi del 1980.

Si è spento quindici anni fa, nel 2004: la malattia, un tumore all’intestino, era diventata parte del suo percorso spirituale e intellettuale. Come corrispondente di una testata estera, inizialmente il suo lavoro non è stato molto conosciuto in Italia. I riconoscimenti sono arrivati solo in un secondo momento.

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