«Blastare la classe lavoratrice è da infami», le critiche alla pagina Inps per la Famiglia

Divertente. All’inizio. Poi pensi che quello è un servizio pubblico e che chi sta facendo domande cerca un sussidio per arrivare alla fine del mese. Dopo un giorno di ironie, la pagina Facebook dell’Inps ha fatto un passo indietro e si è scusata per il tono dei commenti

Marcia indietro, con post ufficiale. «Cogliamo l’occasione per scusarci con quanti possano essersi sentiti toccati od offesi da alcune nostre risposte». La gloria del social media manager della pagina Facebook Inps per la famiglia è durata un giorno. Poco dopo le 10 della mattina del 18 aprile i gestori della pagina hanno pubblicato un post per spiegare che le regole di pubblicazione verranno cambiate.


In linea con quanto previsto dalla netiquette e dalla social media policy della pagina e in considerazione del grande interesse e impatto del #redditodicittadinanza e di altre misure a favore della famiglia, risponderemo solo a commenti inerenti agli aspetti tecnici delle prestazioni erogate da Inps.


La pagina, e soprattutto i suoi commenti, hanno cominciato a diventare virali il 17 aprile. Come si può vedere nei post precedenti, i social media manager di INPS per la Famiglia rispondo spesso ai commenti degli utenti, tendenzialmente in tono professionale. Il 17 aprile però qualcosa è cambiato. La pagina ha pubblicato un post in cui si parlava del reddito di cittadinanza.

Come è iniziato il blast degli utenti

Migliaia di persone hanno commentato chiedendo informazioni. Come può succedere in queste casi, alcuni commenti riguardavano le difficoltà pratiche del reddito di cittadinanza, altri erano più indice di pigrizia o disattenzione. Così il social media manager di Inps alla Famiglia ha cominciato a rispondere in modo decisamente creativo. Non sono mancati anche i commenti dove si chiedeva come integrare il reddito con il lavoro in nero.

Ormai famoso è lo scambio con un'utenteche dicendo di non saper chiedere il Pin per il calcolodel redditto sul sito dell'Inpsdi cittadinanza si è sentita rispondere: «Basta richiederlo a Poste o a Inps. Oppure è troppo impegnata a farsi i selfie con le orecchie da coniglio?=». Tra le foto del profilo della commentatrice compareinfatti qualche selfie realizzato con i filtri automatici.

«Blastare la classe lavoratrice è da infami», le critiche alla pagina Inps per la Famiglia foto 1

Lo scambio con l'utente Candy Candy Forza Napoli sulle orecchie da coniglio

I commenti sono arrivati a toccare quota 8160, e molti utenti hanno iniziato a fare il tifo per il social media manager, tanto che sotto il post di scuse qualcuno ha scritto: «Nooooooo avevo cominciato ad amare questa pagina!!! Non licenziate il SMM!!!!». La risposta è stata rassicurante: «tranquillo non verrà licenziato».

Le critiche, su Twitter

Letti la prima volta questi commenti possono anche sembrare divertenti. E si può empatizzare con il social media manager che si trova a rispondere a centinaia di commenti sullo stesso problema. All'inizio. Se ci si ferma a pensare che l'Inps è un servizio pubblico e che quelle domande vengono fatte da persone che stanno chiedendo un sussidio per arrivare alla fine del mese, tutta quell'ironia sembra un po' fuori luogo.

https://twitter.com/statuses/1118779607665262592

Su Twitter infatti nell'hashtag #inpsperlafamiglia i commenti non sono solo a sostegno del Social Media Manager. La giornalista Nadia Ferrigo de La Stampa scrive: «Bravissimi per lo zelo, ma prendere in giro le persone è sempre scorretto. Anche se hanno le orecchie da coniglio». Marcello Deotto invece: «Facciamo finta che quelle risposte fossero state date ad uno sportello. Quale sarebbe stata la vostra reazione?». Marta Fana è più diretta: «Blastare la classe lavoratrice è da infami».

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