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«Tutta Manduria sapeva»: 8 fermi, tra cui 6 minori per la morte del pensionato pestato da una baby gang

30 Aprile 2019 - 08:54 Redazione
Antonio Stano, 66 anni, è morto lo scorso 23 aprile, dopo aver subito a lungo violenze da una baby gang

Continuano le indagini sull'aggressione alpensionato morto lo scorso 23aprile a Manduria, in provincia di Taranto, dopo essere stato massacrato da una baby gang. Gli agenti della Questura di Taranto hanno eseguito otto fermi, di cui sei nei confronti di minori. Gli indagati sono 14, quasi tutti tra i 16-17 anni e due neo maggiorenni. I ragazzi sono accusati a vario titolo deireati di tortura, danneggiamento, violazione di domicilio e sequestro di persona aggravati per la mortedi Antonio Cosimo Siano, 66 anni,avvenuta il 23 aprile scorso.

«Il nostro lavoro è solo agli inizi, è una prima risposta», ha dichiarato durante la conferenza stampa il procuratore capo della Repubblica di Taranto, Carlo Maria Capristo. «Abbiamo tralasciato l’omicidio preterintenzionale, aspetto iniziale delle indagini, perché per correttezza riteniamo di dover attendere l’esito dell’autopsia, l’unica che ci potrà dire se se c’è un nesso di casualità».

Il caso

Il pensionatoera stato a più riprese aggredito da una baby gang e il 5 aprile si era rifugiato in casa dove i poliziotti l'avevano trovato in stato confusionale e malnutrito. L'uomo era stato ricoverato in ospedale il giorno seguente nonostante un primo rifiuto.

Un bersaglio scelto con cura e non casuale secondo la Procura: «Era un uomo solo, emarginato.La scelta del bersaglio debole e facile consentiva agli autori del reato di essere certi di una certa impunità perché non viera né risposta all'interno della cerchia familiare néall'esterno».

Il 23 aprile, dopo 17 giorni di ricovero, Stano è morto per uno schock cardiogeno. Tra le ipotesi emerse dall'autopsiaquelle diun'ulcera peptica, una condizione patologica dovuta all'eccessivo stress acui sarebbe stato sottoposto negli anni in cui era stato vessato dai ragazzi.

Ma per la procura non si può parlare di baby gang:«Sono in questo caso micro criminali organizzati che hanno posto in essere una serie di incursioni nell’abitazione del povero Stano, lo hanno terrorizzato e fatto oggetto delle vessazioni più inverosimili, rimanendo sordi alle invocazioni dell’uomo, che sull’uscio di casa ha subito un’aggressione violenta di pugni, calci, sputi».

Le chat

«Gli orfanelli», è questo il nome del gruppo whatsapp attraverso cui gli investigatori sono riusciti a risalire ai volti e ai nomi dei sospettati. Grazie alla condivisione e a un esame del video di uno degli ultimi pestaggi la questura ha potuto identificatore gli autori dell'aggressione. Prove fornite dunque dagli stessi aggressori:«Aver visionato decine e decine di video – ha spiegato Capristo – non è stato semplice, c’e voluto l’apporto della Polizia scientifica per individuare gli autori delle bravate criminali».

Dai messaggi era inoltre emerso come i ragazzi avessero preso più volte di mira il 66enne di Manduria: «Con tante persone sempre da me venite?» aveva detto l'uomo in un video registrato dai ragazzi prima che uno di loro lo prendesse a pugni.

Dalle chat sono finora emersi 6 video con vessazioni e torture al pensionato:frustate, maglioni stretti intorno al volto per asfissiarlo, percosse con tubi flessibili.«Come l'avete combinato il pazzo?», questi i messaggi scambiati tra i ragazziche avevano anche scommesso su chi avesse il coraggio di rubare 300 euro alla vittima.

Ma secondo il capo della Procura dei minorenni di Taranto, Giuseppina Montanaro, tutta Manduria sapeva: «La cittadina era a conoscenza dello stato di terrore e di sofferenza fisica che viveva Antonio Stano».«I video venivano commentati dai giovanissimi, con una sensazione di spregio e di onnipotenza verso Stano» – continua Montanaro – «mostravano soddisfazione nel vedere che Stano era terrorizzato solo a vederli».

I funerali

Un annuncio fatto all'ultimo momento. La celebrazione si è svolta in forma privata lo scorso 29 aprile con una cinquantina di persone.«Èl’ennesima bruttura», aveva detto Fabio di Noi, un amico di infanzia del pensionato in merito alla decisione della famiglia di vietare una partecipazione pubblica al rito.

Per il prossimo 4 maggio è però attesa una «marcia per la civiltà»organizzata dalla Pro Loco di Manduria che in una nota stampa aveva chiarito:«Le nefaste note vicende di cronaca dipingono una città che francamente non riconosciamo e, soprattutto, in cui non ci identifichiamo».

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