Prima di morire ucciso dal branco, Antonio Stano ha chiesto aiuto, denunciando alle forze dell’ordine di aver subito «vessazioni, angherie, percosse e aggressioni ad opera di alcuni giovani ignoti». Dagli atti delle indagini è emerso che il 14 marzo, alle 22:43, una pattuglia ha raggiunto una casa in via San Gregorio Magno 8, su disposizione della sala operativa.
È la casa di «Antonio Cosimo Stano, un uomo anziano che vive da solo», secondo la relazione inviata alle procure ordinaria e minorile. È l’abitazione presa a pietrate, il teatro del drammatico abbandono e isolamento nel quale l’uomo subisce continui atti di bullismo, sevizie, insulti e stalking da parte di un gruppo di giovanissimi.
Stano dice agli uomini della pattuglia che la tortura dura da «diversi giorni, costantemente». La polizia se ne va. Il 5 aprile arriva la denuncia di sette vicini e del parroco della chiesa San Giovanni Bosco. Non ne esce nulla.
Il 23 aprile, a 66 anni, Antonio Stano muore. Per le torture che ha subito sono in carcere sei minorenni e due maggiorenni.