Noemi «è stabile ma in gravi condizioni». Gli applausi dei Capi di Stato per lei

La ragazzina, colpita da un proiettile il 3 maggio scorso, è ancora grave, ma stabile. Mattarella, Felipe
di Spagna e  Rebelo de Sousa si sono uniti al pubblico in un applauso per la bambina al Teatro San Carlo

Noemi, la bambinacolpita da un proiettile il 3 maggio scorso a Napoli, «è stabile, ma persistono le condizioni di criticità». Nel bollettino medico diramato qualche ora fa dall'ospedale Santobono, si legge che i medici stanno «prestando la massima attenzione alle condizioni del polmone sinistro – quello più compromesso dal proiettile – per verificarne la vascolarizzazione.


Le sue condizioni cliniche continuano ad essere gravi e la prognosi rimane riservata». Intanto al Teatro San Carlo di Napoli, i capi di Stato di Italia, Spagna e Portogallo si sono uniti al pubblico in un applauso scrosciante per la piccola. Ad applaudire Sergio Mattarella,Felipe di Spagna e Rebelo de Sousa.


Èarrivato anche il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, a dare sostegno alla famiglia di Noemi, la bambina gravemente ferita durante quello che potrebbe essere un regolamento di conti della Camorra, a Napoli. Lo ha fatto sapere durante il comizio elettorale tenuto a San Giuseppe Vesuviano. Quella di ieri è stata l'ultima tappa del suo tour campano, una tappa scelta non certo casualmente: il paesino ai piedi del Vesuvio che ha espresso il primo sindaco leghista in Campania.

Oggi, invece,rispettivamente sulle pagine del Corrieredella Sera e Repubblica, due racconti di due protagonisti, loro malgrado, della vicenda: il primo, è quello di Roberto, cameriere che lavora nel bar Elite, il locale davanti cui si è consumata la vicenda.È stato lui a raggiungere la bambina per prenderla con sè e soccorrerla. L'altra è un'intervista dedicata al papà della bambina che ha dichiarato di voler portare via sua figlia da Napoli appena si rimetterà in forze.

L'intervento di Salvini

A San Giuseppe Vesuviano, Salvini ha aperto il suo comizio affrontando prima di tutto la questione Noemi, e lo ha fatto dicendoche aveva appena fatto visita alla famiglia della ragazzina ferita:«Era mio dovere portare l'abbraccio mio e vostro alla mamma di Noemi, che sta combattendo in ospedale».

Ha poi invitato i presenti a pregare «perché quella mamma e quel papà possano abbracciare al più presta la loro bambina. Spero che le preghiere servano e aiutino. Noemi ha trovato medici e genitori eccezionali». E ha concluso auspicando che non si verifichino più fatti del genere in giro per l'Italia.

Roberto, il cameriere

Roberto ha 50 anni e lavora nel bar Elite. Il titolare, Salvatore Laezza, ha raccontato al Corriere della Serache, dopo l’agguato in piazza Nazionale a Napoli,l'uomo non si è dato alla fuga nè si è nascosto ma, anzi, è andato incontro alla bambina. «L'ha presa in braccio e l'ha portata dietro il bancone», racconta Laezza, «non si è mosso dal suo fianco e le ha dato un po' d'acqua. Ma non si è accorto subito che fosse ferita». Solo quando la mamma è uscita dal bagno, Roberto si è allontanato. Poi però è andato incontro alla donna quando l'ha sentita urlare perché la bambina a aveva i vestiti pieni di sangue.

Il gestore ha poi raccontato che subito dopo la sparatoria sono arrivate troupe televisive, cronisti, e gente armata di telefoni cellulari per riprendere la scena.«Roberto avrebbe potuto vantarsi raccontando dell'impresa che aveva compiuto, ma non lo ha fatto, perché lui è così, non fa queste cose. Lui ha fatto semplicemente quello che andava fatto».

Il papà di Noemi

Si chiama Fabio S., ed è il padre di Noemi. Non ha nemmeno 30 anni, è sposato con Tania e gestisce un piccolo negozio di alimentari. A Repubblica dice che vuole «lasciare Napoli» dopo quello che è accaduto a sua figlia, e, di riflesso, a lui e sua moglie. «Èdoloroso ma ci sto pensando». Racconta di come abbia sempre pensato al bene per sua figlia, che l'ha cresciuta in «una campana di vetro» per non farle correre rischi. Che la ha anche mandata in un asilo privato perché l'ambiente fosse dei migliori.

E che, poi, tutto gli è crollato addosso mentre la bambina stava solo facendo una passeggiata con la nonna. La giornalista gli chiede se non si sente più al sicuro e lui risponde che ha «mille pensieri per la testa ma che per ora ha solo una cosa in mente: salvare la bambina». Se gli si domanda se è un piacere ricevere tanti volti della politica al capezzale, dichiara che questo non basta. Che«ci vogliono i fatti, e sicurezza».

In copertina: Agenzia Vista | Alexander Jakhnagiev

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