Tangenti in Lombardia: chi sono i forzisti Tatarella, Altitonante, Caianiello e Sozzani

Il primo è agli arresti, il secondo ai domiciliari. Entrambi appartengono alla classe dirigente emergente di Forza Italia. Coinvolti anche l’ex coordinatore provinciale di Forza Italia a Varese e il capogruppo di Forza Italia in Commissione Trasporti

Quarantatré misure cautelari, tangenti nella pubblica amministrazione. La bufera giudiziaria che sta investendo oggi, martedì 7 maggio, Milano, vede protagonisti eccellenti nell’inchiesta per corruzione condotta dalla Direzione distrettuale antimafia. Gli arresti infatti hanno coinvolto anche Pietro Tatarella,consigliere comunale milanese e vicecoordinatore regionale di Forza Italia, oggi candidato alle elezioni Europee nella circoscrizione di Nord-Ovest. Tatarella è in carcere perché, a detta degli inquirenti, era «a libro paga»di un imprenditore.


Insieme a lui un altro appartenente alla classe dirigente emergente in Forza Italia – partito nato proprio in Lombardia 25 anni fa: Fabio Altitonante, ora ai domiciliari, da più di tre anni è il coordinatore forzista a Milano. È consigliere regionale esottosegretario con delega all’area Expo in Regione Lombardia.


Raggiunto da provvedimento di custodia cautelare oggi ancheGioacchino Caianiello, ex coordinatore provinciale di Forza Italia a Varese, accusato di «istigazione alla corruzione»ai danni del leghista Attilio Fontana,presidente della Regione Lombardia – che non ha denunciato e che secondo le carte sarebbe parte lesa. Caianiello ha alle spalle una condanna definitiva, nel 2017, per concussione. Per Diego Sozzani, deputatoe membro della Commissione permanente trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera, la procura avrebbe chiesto al parlamento l’autorizzazione all’arresto per finanziamento illecito.

Pietro Tatarella

Classe 1983, origini pugliesi ma nato a Milano, sposato, un figlio. È il vicecoordinatore lombardo di Forza Italia, oggi nelle liste dei candidati alle elezioniEuropee, e si è sempre battuto per favorire un ricambio generazionale nella sua forza politica, non senza contrasti con i vertici. Tatarellasi è candidato al Consiglio regionale lombardo già nel 2006, 13 anni fa, quando aveva appena 22 anni. Nel 2007 è stato eletto nel consiglio di zona, la 7, che include anche il quartiere in cui è cresciuto, Baggio. È il 2011 quando arriva a palazzo Marino, sede dell'amministrazione comunale milanese. Decisa è la sua azione, fin da subito, contro la giunta guidata dall'allora sindaco Giuliano Pisapia.

«Oggi più che mai serve grande competenza per sapere amministrare bene», diceva in un'intervista nel 2015.«Non credo nelle scuole di formazione politica ma credo invece nelle professionalità e competenze acquisite nel mondo del lavoro e applicate all’interesse pubblico».

A Tatarella vengono contestati i reati di associazione a delinquere, diviolazione della legge sui finanziamenti pubblici ai partiti politici, di corruzionein qualità di componente del Consiglio Comunale di Milano, e, quindi, di pubblico ufficiale.

Fabio Altitonante

Classe 1974, ingegnere e abruzzese (è nato a Teramo e si è trasferito a Milano per l'università), ha una laurea in Ingegneria Gestionale al Politecnico. Consigliere regionale della Lombardia dal 2013, dal 2015 è il coordinatore di Forza Italia a Milano, e dall'anno scorso è diventato sottosegretario alla Rigenerazione e sviluppo area Expo in Regione. È il 2006 quando viene eletto per la prima volta in consiglio comunale nel capoluogo lombardo.

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Tra i temi che segue, da sempre, quello dell'urbanistica e della casa, nonché le questioni ambientali. Dopo essere diventato consigliere regionale si è occupato ancora di case: sua, tra gli altri, una proposta di riforma delle case popolari.

Altitonante è indagato per violazione della legge sui finanziamenti pubblici ai partiti politici – come destinatario di fondi da parte di Tatarella, D'Alfonso e Patimo attraverso lalista “Forza Italia Berlusconi per Fontana" alle ultime elezioni 2018. Èindagato anche per falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e per corruzione.

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Ansa | Pietro Tatarella, a sinistra,e Fabio Altitonante.

Gioacchino Caianiello

Detto 'Nino': per lui il reato ipotizzato sarebbe quello di istigazione alla corruzione, di cui il governatore lombardo Attilio Fontana sarebbe vittima: avrebbe rifiutato l'offerta pur non avendo mai denunciato il fatto. Quello di Gioacchino Caianiello è un nome che era finito al centro di una puntata di Reportdel 2016, quando alla guida del programma su Rai Tre c'era ancora Milena Gabanelli. In provincia di Varese lo chiamavano, dice Report, il mullah. Insieme a Carlo Alberto Belloni, ex presidente del Collegio Sindacale di Ferrovie Nord Milano,è uno dei fondatori dell’associazione Agorà, spiega il servizio di Emanuele Bellano. Al centro dell'inchiesta giornalistica, le «spese anomale» delle Ferrovie Nord, tra le qualiuna consulenza di 45mila euro ricevuta da Caianiello per Nord Energia al fine di realizzare «nuove politiche energetiche nei Comuni di Magenta, Legnano e Abbiategrasso».

Il caso Caianiello si inserisce nell'audit svolta da Andrea Franzoso, Luigi Nocerino e Arnaldo Schoch per sapere come venivano spesi i soldi dell’azienda. Franzosoè il whistleblower che nel 2015 denunciò le spese pazze del ‘suo’ presidente a Ferrovie Nord Milano.

A Caianiellovengono oggi contestati i reati diassociazione a delinquere, di corruzione e istigazione alla corruzione nonchédi turbativa d'asta e autoriciclaggio.

Diego Sozzani

Su Facebook si definisce «Deputato e ingegnere. Cittadino e padre di famiglia». Laureato in Ingegneria Idraulica al Politecnico di Torino e specializzato in Ingegneria Ambientale, già presidente della provincia di Novara, dal 2014 al 2018 è consigliere regionale del Piemonte. Viene eletto come deputato ed è oggi capogruppo di Forza Italia in Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni.

Ringrazio il presidente Silvio Berlusconi e il coordinatore regionale on. Paolo Zangrillo per la nomina a vice…

Posted by Diego Sozzani on Sunday, December 2, 2018

Sozzani, all'epoca dei fatti all'attenzione degli inquirenti, avrebbe ricevuto fondi in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti in qualità di componente del Consiglio regionale del Piemonte e candidato alle elezioni politiche del 4 marzo scorso nella lista “Forza Italia-Berlusconi Presidente”.

In copertina Facebook | Pietro Tatarella.

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