Attilio Fontana

Attilio FontanaAnsa | Attilio Fontana è il governatore della Regione Lombardia

Chi è Attilio Fontana?

Considerato un politico moderato e pragmatico, l’attuale presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, 69 anni, di professione avvocato, inizia la sua carriera politica nel 1995 quando si candida a sindaco di Induno Olona, piccolo Comune lombardo di circa 10 mila abitanti dove suo padre lavorava come medico. Nel 2000 diventa presidente del Consiglio regionale della Lombardia, negli anni del secondo mandato da presidente di Roberto Formigoni. È il 2006 quando Fontana viene eletto sindaco di Varese, carica che ricoprirà fino al 2016. Nel 2018 invece arriva la candidatura alla presidenza della Regione Lombardia, come successore di Roberto Maroni, suo amico e collega di partito, e con il sostegno di Forza Italia. Attilio Fontana vince le elezioni con il 49,7% di voti contro il candidato del Pd, Giorgio Gori, oggi sindaco di Bergamo, che invece raccoglie il 29% dei consensi.

La gestione della pandemia, tra errori, inchieste giudiziarie e dimissioni

Se durante i primi mesi della sua presidenza, Fontana si era fatto portatore del sogno d’autonomia delle Regioni del Nord, tra cui la Lombardia, anche questo è andato in secondo piano per via della pandemia da Coronavirus che ha finito per caratterizzare più di qualsiasi altra cosa la sua presidenza. Innanzitutto perché la Lombardia è stata la Regione d’Italia più colpita – in termini di casi e di mortalità – durante la prima fase della pandemia. In secondo luogo perché la gestione dell’emergenza sanitaria è stata segnata da una serie di ritardi, errori e scivoloni che hanno intaccato la reputazione della giunta Fontana.

Uno dei punti più spinosi della gestione pandemica di Fontana è stato il rimpallo tra Regione e il governo guidato dall’ex premier Giuseppe Conte di dichiarare la zona rossa nei Comuni lombardi di Alzano e Nembro nei primi giorni della pandemia. Sono seguiti i ritardi nella costruzione dell’ospedale Fiera di Milano, nella consegna di mascherine e altri dispositivi di protezione e sopratutto la strage silenziosa nelle Rsa, in particolare al Pio Albergo Trivulzio di Milano.

Nelle fasi successive invece la Regione si è distinta in negativo soprattutto per i ritardi nella campagna vaccinale – in particolare le inefficienze legate alla partecipata regionale che ha gestito le prenotazioni, Aria spa. Inefficienze che nemmeno il rimpasto della giunta, con le dimissioni dell’ex assessore al Welfare Giulio Gallera, la nomina di Letizia Moratti a vicepresidente e l’arrivo dell’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, è riuscito ad arginare.

Le inchieste

A queste si sono aggiunte diverse inchieste della magistratura che hanno gettato un’ombra sulla figura di Fontana, oltre che sulla Lega in Lombardia. A partire da quella avviata dalla Procura di Milano (il cosiddetto Caso camici) sul risarcimento pagato dal presidente della Regione a suo cognato, Andrea Dini, per la consegna di 75 mila camici e dispositivi di sicurezza anti-Covid nella prima fase dell’epidemia. Un caso che ha sollevato non soltanto accuse di conflitto di interessi, ma anche nuovi punti interrogativi rispetto alle origini dei soldi, che provenivano da un conto bancario in Svizzera. Oltre a essere indagato per frode in pubbliche forniture, Fontana risulta iscritto nel registro degli indagati anche per auto-riciclaggio e false dichiarazioni.

Testo di Riccardo Liberatore

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