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Il rapporto finale dell’Iss sulla strage nelle case di riposo: «Il 41,2% possibili decessi per Coronavirus»

17 Giugno 2020 - 18:32 Redazione
A pesare è stata anche la mancanza di un numero sufficiente di dispositivi di protezione, riscontrata nel 77% delle strutture

Dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus sono morte 9.154 persone nelle Rsa italiane. Quasi la metà sarebbe riconducibile al contagio di Covid-19, con il picco registrato tra il 16 e il 31 marzo. A dirlo è il report finale dell’Istituto superiore della Sanità nell’indagine nazionale sul contagio nelle strutture residenziali e sociosanitarie, svolto in collaborazione col Garante nazionale delle persone private della libertà personale.

Nel corso dell’indagine sono state raccolte le risposte di 1.356 strutture, pari al 41,3% di tutte le Rsa contattate. Secondo il rapporto, solo il 7,4% dei decessi nel corso del periodo preso in esame, dal 1 febbraio al 30 aprile, può essere legato con certezza al Coronavirus, essendoci stato riscontro con tampone, mentre il 33,8% dei casi riguarda decessi di persone che avevano sintomi simili all’influenza, alle quali però non è stato possibile effettuare un test.

Decessi

Le 1.356 strutture consultate avevano un totale di 97.521 residenti alla data del 1/o febbraio 2020, con una media di 72 per struttura. I decessi totali sono stati 9.154, di questi 680 positivi al tampone e 3.092 con manifestazioni simil-influenzali senza tampone. La percentuale maggiore di decessi, com’era prevedibile, è stata registrata in Lombardia (41,4%), Piemonte (18,1%) e Veneto (12,4%).

Difficoltà riscontrate

Ma l’indagine ha anche preso in considerazione le difficoltà riscontrate dalle strutture, a partire dalla mancanza di dispositivi di protezione, confermata nel 77,2% dei casi. Circa il 20% dei referenti ha evidenziato la scarsità di informazioni ricevute circa le procedure da svolgere per contenere l’infezione.

Circa un terzo invece lamenta l’assenza di personale sanitario. In media sono stati riportati 2,5 medici, 8,5 infermieri e 31,7 operatori socio sanitari per struttura: circa l’11% delle strutture ha dichiarato di non avere medici in attività nella struttura fra le figure professionali coinvolte nell’assistenza.

Inoltre, il 10% circa delle strutture segnala mancanza di farmaci e 12,5% difficoltà nel trasferire i residenti affetti da Covid-19 in strutture ospedaliere. Infine, circa 1 struttura su 4 dichiara di aver avuto difficoltà nell’isolamento dei residenti affetti dal virus.

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