Studente inventa una cuffia in grado di tradurre da più di 100 lingue – L’intervista

Fino a 103 lingue traducibili in modo istantaneo. Paride Papathanasiu, 28 anni, ha inventato un sistema in grado di supportare il settore turistico (ma non solo). Dopo i test nella Valle d’Itria, la cuffia Nimrod è già pronta per essere lanciata sul mercato

Paride Papathanasiu deve ancora terminare gli studi in Ingegneria informatica e ha già messo in piedi una piccola rivoluzione. Anzi, l’ha messa in cuffia: lo studente del Politecnico di Torino ha inventato Nimrod, uno strumento per la traduzione istantanea declinabile in moltissimi ambiti. «Quando ho iniziato a lavorarci pensavo solo di dare una mano alla mia amata Puglia, regione con una forte vocazione turistica, ma che deve ancora crescere nel sistema dell’accoglienza».


Ventott’anni, fuorisede e amante del pianoforte: «Ho lasciato Ceglie Messapica per proseguire gli studi e l’idea di Nimrod mi è venuta proprio nella mia stanzetta in affitto a Torino». Quando le sue due passioni, la musica e il pc, si sono unite, nella testa di Paride si è accesa una lampadina: «Sono un pianista e stavo curiosando, smanettando se preferite, su modi innovativi per trasmettere il suono. Mi sono imbattuto nella conduzione ossea e così ho iniziato a costruire dei prototipi di questo speciale tipo di cuffia. Poi ho sviluppato un’app che consentisse la traduzione istantanea tra suoni e testi scritti. Così è nato l’embrione di Nimrod».


Il funzionamento di Nimrod è semplice. «Una volta indossate le cuffie, si sceglie la lingua sul telefono e premendo sul pulsante si può tradurre la conversazione facendola sentire all’altro utente nella sua lingua». «È più facile da utilizzare che spiegare», assicura il giovane. 

Il passo tra esperimento in cameretta e prodotto per il mercato è breve: «Ho depositato il brevetto dieci mesi fa e di lì si sono mosse un po’ di cose. Avevo bisogno di fondare una startup per raccogliere fondi, le ho dato il nome di “2 pi greco”. Così ho iniziato i primi percorsi di pre-incubazione, partecipato a varie gare per startupper e, per esempio, il 17 e il 18 maggio presenterò Nimrod all’Open Innovation Weekend di Brescia». Un po’ di amici hanno supportato Paride e adesso fanno parte del team cinque soci più una serie di collaboratori esterni.

Studente di 28 anni inventa una cuffia in grado di tradurre da più di 100 lingue - L'intervista foto 1

«La non-cuffia è ready to market, abbiamo fatto molti test e gli utilizzatori sono soddisfatti. I primi li ho fatti proprio in Valle d’Itria, da dove provengo. Io stesso chiedevo ai turisti tra trulli e uliveti di indossare le cuffie. Il riscontro è stato significativo: trovavano più facile capire e farsi capire con chi, in qualche modo, aveva a che fare con il turismo locale».

Le cuffie a conduzione ossea si basano una tecnologia totalmente diversa dai normali auricolari. Le Nimrod non vengono inserite nell’orecchie né poggiate sul padiglione auricolare. «Vanno poggiate nel punto dove si uniscono mascella e mandibola, – spiega Paride – così i suoni arrivano direttamente al canale uditivo medio e poi alla chiocciola senza passare dal timpano».

I vantaggi, oltre a una questione igienica per chi usa le stesse cuffie, è che il timpano non rischia di essere danneggiato a causa di lesioni che, ad esempio, potrebbero derivare dal volume troppo elevato. «Ma c’è anche un aspetto importantissimo: la fruizione dei luoghi, sia turistica che non. Con la conduzione ossea si continua ad ascoltare tutto ciò che accade attorno, non si percepisce la differenza indossandole o meno. Quindi l’utilizzatore resta immerso nel paesaggio». 

Ma quanto costa una cuffia così tecnologica? «Meno di quanto ci si aspetterebbe. Abbiamo due modelli di business, uno per i privati, a cui vendiamo la cuffia per 199 euro insieme alla licenza d’uso lifetime, e uno per le aziende. Con il servizio aziendale siamo in grado di coprire più settori, non solo il turismo. Costa 159 euro annuali. Proprio in questi giorni stiamo considerando una collaborazione con Poste Italiane per rifornire con Nimord gli uffici delle grandi città dove c’è un’alta concentrazione di utenza multietnica».

Studente di 28 anni inventa una cuffia in grado di tradurre da più di 100 lingue - L'intervista foto 2

 Paride Papathanasiu, 28 anni, studente del Politecnico di Torino

Paride spiega che il vantaggio sul mercato è dato dal fatto che nessun competitor usa la conduzione ossea per le cuffie. «Nimrod funziona come un traduttore istantaneo in cloud. Poi ci sono altre features che stiamo implementando, come la geolocalizzazione e l’invio di messaggi trascritti vocalmente. La considero una traduzione istantanea e non simultanea perché, benché i tempi siano brevissimi, ci sono determinate lingue la cui grammatica obbliga l’ascolto della frase integralmente per permettere una traduzione corretta. Il latino, ma anche il tedesco».

E quando chiediamo quale sarà il prossimo grande passo tecnologico, Paride racconta che l’obiettivo è «svincolare la cuffia dall’applicazione sullo smartphone. A breve riusciremo a far funzionare Nimrod offline – e poi conclude – mi piace vedere queste cuffie anche come un aiuto alla preservazione delle lingue. Con l’imperialismo dell’inglese stiamo perdendo sempre di più la diversità linguistica globale. Nimrod è in grado di tradurre (e conservare) ben 103 lingue».

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