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Arrestato per uno striscione contro Salvini: «Clima pesante»

16 Maggio 2019 - 12:03 Fabio Giuffrida
«In tre sono saliti sul tetto, mi hanno preso da dietro, mi hanno stretto per il collo e infine mi hanno ammanettato», racconta a Open l'attivista del centro sociale Iskra

Si chiama Umberto Fazzi, ha 71 anni ed è un attivista del circolo Iskra, un centro sociale “anticapitalista” di Viareggio. Il 14 maggio scorso, Fazzi è stato denunciato dalla Polizia dopo aver esposto uno striscione a un comizio del vicepremier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini in visita a Carpi. «In tre sono saliti sul tetto, mi hanno preso da dietro, mi hanno stretto per il collo e infine mi hanno ammanettato. Poi sono stato portato in Questura dove sono rimasto fino alle 11 di sera. Sul verbale hanno persino omesso di avermi messo le manette ai polsi ma molti l’hanno visto» ha raccontato l’uomo a Open.

«Il clima è pesante,-  ha aggiunto –  puoi essere fermato e indagato solo perché hai liberamente espresso un’opinione. C’è da preoccuparsi, Salvini sta cavalcando questa aria razzista e tanti gli danno ragione». Il reato che gli viene contestato è quello di «grida e manifestazioni sediziose», secondo l’articolo 654 del codice penale: l’uomo, infatti, è salito sul tetto di uno stabile, di fronte al palco sul quale ha parlato il leader leghista, esponendo uno striscione e impugnando un megafono.

Precisa Fazzi: «Quelle parole non erano rivolte direttamente a Salvini, parlavano di diritti negati, violenza ai migranti, guerra e diseguaglianze. Parlavo di “fascismo monopolistico di Stato”, di “servi e burattini della cricca istituzionale”. Era rivolto alla politica che lui porta avanti in modo razzista ma non gli ho mai detto né fascista né ho pronunciato insulti. Altri, invece, mi hanno offeso dicendomi “scemo scemo”».

«A me non ha danno alcun fastidio striscioni, fischietti o chi canta Bella Ciao ma almeno siate intonati. Un sorriso allunga la vita, una cantata allunga la vita. Mi fa simpatia chi nel 2019 crede ancora nella bandiera rossa, nella falce e nel martello» è stata la reazione di Salvini.

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