Chi è Fabio Lucentini, l’ideatore delle parodie pro Salvini – L’intervista

«Torneremo a vivere come negli anni ’70. Ci prenderemo a botte in mezzo alla strada per rivendicare le nostre posizioni, e questo succede perché in Italia la politica è tifo»


Padovano, 44 anni ancora da compiere. Scrittore, pittore, compositore. Fabio Lucentini è l’ideatore di quelli che si preannunciano diventare i nuovi tormentoni della rete: due parodie, ispirate a Il Grande Mazinga e a Jeeg Robot d’Acciaiocartoni animati giapponesi che hanno segnato l’infanzia dei ragazzi cresciuti negli anni ’70 -, con protagonisti i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio.


Nello sfottò canterino, il leader del Carroccio diventa Il Grande Salvini e sfodera le sue armi segrete:il “Doppio bacione”, “Il disintegratore Fornero”, la “Ruspa diabolica” e le misure simbolo del “Capitano”, come Quota 100 e Flat tax. Di Maio, in veste di Gigi Robot,è invece descritto come un derelitto che finirà alla Caritas nel caso dovesse essere politicamente affossato.

Come fare della propaganda pro Salvini utilizzando i vecchi cartoni animati.

«Beh sì, non lo nascondo».

Cosa?

«Che sono un grande simpatizzante del ministro dell’Interno».

E come mai?

«Salvini ha fatto una cosa che in politica mancava da molto tempo, specie ai partiti che si definiscono di sinistra: lui ha ripreso ad andare tra la gente, e lo fa sul serio. Empatizza con gli elettori, cosa che i politici non fanno più da un pezzo».

E di Di Maio cosa pensa?

«Che è un po’ una banderuola, va un po’ dove gli conviene, non c’è convinzione, un progetto serio, dietro quello che fa. Finirà schiacciato».

E della situazione politica, in generale, cosa ne pensa?

«Torneremo a vivere come negli anni ’70. Ci prenderemo a botte in mezzo alla strada per rivendicare le nostre posizioni. Equesto succede perché in Italia la politica è tifo. Come allo stadio».

Com’è nata l’idea delle parodie?

«Di mestiere faccio anche l’autore, per cui ho cominciato a girare intorno ai testi delle sigle dei cartoni animati finché non è arrivata l’illuminazione e ho buttato giù le strofe modificate. Poi però mi serviva rendere tutto più “vivo”».

Da qui l’idea dei videoclip?

«Esatto, ho iniziato una collaborazione con lo studio d’animazione 3Lamestudio, di Bari. Abbiamo studiato la sceneggiatura, i disegni, volevamo un corto animato il più incisivo possibile».

Ma perché proprio un progetto simile?

«In tv scarseggiano esempi di questo tipo. Intendo: parodie “morbide” nei riguardi di Salvini e che massacrino Di Maio e se avessi proposto una cosa così a una qualsiasi emittente nessuna avrebbe accettato. Il web è una zona franca dove tutto è concesso, per cui mi sono buttato e questo è il risultato».

I diretti interessati hanno visto i video?

«Salvini so che lo ha visto, anche se non ho ricevuto commenti. Imiei contatti all’interno della Lega me lo hanno confermato. Di Maio proprio non saprei».

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