Riace, indagata Maria Spanò, la candidata sindaca della lista di Mimmo Lucano

Spanò ha ricevuto nei giorni scorsi un avviso di garanzia in relazione all’inchiesta che ha coinvolto anche il sindaco sospeso di Riace

 


Non si placa la tempesta giudiziaria su Riace. La candidata sindaca ed ex assessora nella giunta guidata da Domenico Lucano, Maria Spanò, ha ricevuto nei giorni scorsi un avviso di garanzia in relazione all’inchiesta che ha coinvolto anche il sindaco sospeso di Riace.


Spanò è l’aspirante sindaca della lista in cui si è ricandidato come consigliere lo stesso Mimmo Lucano. Il sindaco era stato sospeso dall’incarico dall’autorità giudiziaria. L’atto non fa riferimento a una nuova indagine, ma è uno stralcio del primo filone, diviso per questioni tecniche.

La procura di Locri nel chiedere il rinvio a giudizio di Lucano e degli altri indagati nell’inchiesta “Xenia” aveva infatti già chiesto il processo anche per Spanò. Secondo quanto riportato dall’Ansa, in sede di udienza preliminare, però, il legale della donna, l’avvocato Francesco Rotundo di Catanzaro, ha eccepito la mancata notifica dell’avviso di conclusione indagini.

Da qui lo stralcio della posizione e l’invio di un nuovo avviso di garanzia ora, a pochi giorni dalla nuova tornata elettorale. Maria Spanò è indagata per falso ideologico in concorso con Lucano perché, è scritto nel capo di imputazione, «rilasciavano carte d’identità a soggetti stranieri privi dei previsti requisiti, attestando falsamente che fossero residenti a Riace e muniti del permesso di soggiorno».

«Si tratta della firma di due documenti già preparati dagli uffici comunali e sui quali la mia assistita non ha svolto alcuna pratica», spiega ancora l’avvocato Rotundo. «Domani chiederò subito alla Procura che venga sentita per chiarire tutto».

Riace, indagata Maria Spanò, la candidata sindaca della lista di Mimmo Lucano foto 1

Matteo Bazzi/Ansa | Una manifestazione di solidarietà per Mimmo Lucano, Milano 6 ottobre 2018

Nella stessa situazione di Spanò ci sono altre due indagate per le quali era stato chiesto il rinvio a giudizio ma la cui posizione era stata stralciata per la mancata notifica dell’avviso di conclusione delle indagini. Si tratta di Annamaria Maiolo e Valentina Micelotta, accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere, abuso d’ufficio, truffa e peculato.

«Ci sono tutta una serie di aspetti molto curiosi in questa vicenda giudiziaria che preferisco non commentare», dice Spanò, secondo quanto riportato da Repubblica. «Mi limito a dire che ho firmato centinaia di carte di identità, non solo quelle che mi contestano e che non tocca certo al sindaco, al suo vice o all’amministratore autorizzato al rilascio, svolgere istruttoria e controlli per le carte di identità. A noi arriva l’incartamento già pronto, la firma, come in tutti i Comuni, è solo un passaggio formale».

Le elezioni a Riace

Sono tre i candidati alla carica di sindaco a Riace, paesino calabrese di poco più di 2mila abitanti. Ma è soprattutto il candidato al Consiglio comunale Mimmo Lucano a non passare inosservato. Il borgo è diventato “modello” delle politiche di accoglienza e integrazione degli immigrati.

Mimmo Lucano, il sindaco protagonista della creazione di quel modello, dopo tre legislature non si è potuto ripresentare alla guida del Comune ma sarà in corsa come candidato consigliere nella lista “Il Cielo Sopra Riace”, che ha come candidata sindaca proprio Maria Spanò, sua ex assessora.

Lucano è ancora sottoposto al divieto di dimora a Riace dopo il suo coinvolgimento nelle inchieste della procura di Locri su presunte irregolarità nella gestione dei progetti per l’accoglienza e rinviato a giudizio nelle scorse settimane: il sindaco sospeso, per formalizzare gli adempimenti burocratici legati alla sua candidatura a consigliere comunale di Riace, si è dovuto recare davanti a un funzionario dell’ufficio elettorale del Comune di Stignano, centro che dista pochi chilometri da Riace.

Riace, indagata Maria Spanò, la candidata sindaca della lista di Mimmo Lucano foto 2

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Oltre a Maria Spanò, sono in lizza come candidato sindaco anche l’ex vicesindaco Maurizio Cimino, a cui Lucano ritirò le deleghe nel 2016 e che è sostenuto da Forza Italia in una lista dal nome “Riace 2.0”, e Antonio Trifoli, vigile urbano che guida la lista civica dal nome “Riace rinasce, trasparenza e legalità”, lista, quest’ultima, ritenuta dagli analisti politici del territorio di ispirazione leghista, anche per la presenza tra i candidati consiglieri di Claudio Falchi, dirigente cittadino del partito di Salvini. Gli abitanti di Riace, con 2.335 residenti, dovranno scegliere fra le tre liste in campo eleggendo così dieci consiglieri comunali, suddivisi in sette componenti della maggioranza e tre di opposizione, e il sindaco.

La scelta di Lucano

La scelta di Lucano viene difesa dal diretto interessato come «non demagogica né retorica». «Ho iniziato tanti anni fa dal basso, dai luoghi non luoghi, e dal basso adesso voglio ripartire», spiega il sindaco sospeso, protagonista a Roma di un tentativo (non riuscito) di contestazione da parte di Forza Nuova in occasione della sua partecipazione a un convegno all’università La Sapienza.

«Per me la politica è rapporto diretto con le persone, dare un contributo per il riscatto della nostra terra. Partire dal basso consente poi anche di avere uno sguardo più aperto verso altri e più grandi orizzonti, perché siamo tutti interconnessi. Questo, del resto, è stato il messaggio politico di quello che abbiamo fatto a Riace», dice ancora Mimmo Lucano nello spiegare la sua candidatura.

«Avrei potuto benissimo candidarmi al Parlamento europeo, su di me c’è stata in questo senso una forte pressione. Invece ho preferito fare questa scelta di candidarmi a consigliere nel mio paese per la volontà di dare un contributo a proseguire quell’esperienza positiva in tema di accoglienza».

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