In Evidenza ENISiriaUSA
ATTUALITÀAgrigentoImmigrazioneLampedusaLegaMatteo SalviniONGSea WatchSequestriSicilia

Sea Watch sequestrata, i migranti sbarcano. L’Ong: «I porti sono aperti». L’ira di Salvini

19 Maggio 2019 - 18:53 Angela Gennaro
La Procura ha disposto lo sbarco delle 47 persone soccorse in mezzo al Mediterraneo centrale. Duro il Viminale: «Denuncio chi li fa scendere»

Un pattugliatore della guardia di finanza e motovedette della guardia costiera si sono accostate alla Sea Watch 3, in rada a un miglio da Lampedusa, e hanno notificando un provvedimento di sequestro probatorio alla nave. Le 47 persone soccorse in mezzo al Mediterraneo centrale ancora a bordo stanno sbarcando su input della procura di Agrigento, trasbordate sulle motovedette per essere portate sulla terraferma. Si è cominciato con due persone: una donna che non si sentiva bene e un'altra persona che viaggiava con lei.

«Sono pronto a denunciare per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina chi li fa sbarcare. Se c'è qualche procuratore che indaga un ministro e permette lo sbarco di immigrati clandestini, io vado fino in fondo», tuona in serata Matteo Salvini ospite su La7. «I naufraghi verranno sbarcati a Lampedusa», conferma la portavoce di Sea Watch Giorgia Linardi. «Ancora una volta si è dimostrato che i porti italiani non sono chiusi». Il trasbordo sta avvenendo con motovedette della Guardia Costiera, che dipende dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti di Danilo Toninelli, M5S. «Se qualche ministro ha dato l'autorizzazione a sbarcare immigrati irregolari, ne risponderà davanti agli italiani», dice Salvini in diretta tv. Immediata la replica a mezzo stampa: «Nessun ministro del Movimento 5 Stelle ha aperto i porti», fanno sapere fonti grilline alle agenzie.

https://twitter.com/statuses/1130182348425838592

 

«Già in passato abbiamo assistito a sequestri di navi delle Ong poi finiti in nulla. Finché il ministro sono io, nego l’autorizzazione allo sbarco», dice Salvini. «Se qualche procuratore intende fare il ministro si candidi alle elezioni. Per quanto mi riguarda, anche in caso di sequestro della nave non deve scendere nessuno a terra. Chi la pensa diversamente, se ne assuma la responsabilità». Il pm di Agrigento è Luigi Patronaggio, lo stesso che ha indagato Salvini per sequestro di persona per il caso Diciotti.

Giorgia Linardi conferma che i pm hanno disposto il sequestro probatorio della Sea Watch 3. «La nave è a disposizione degli inquirenti per verificare se effettivamente c'è un reato da contestare. Siamo molto sereni e sicuri che la giustizia farà il suo corso e siamo vicini soprattutto al nostro comandante».

Giorgia Linardi | Sea Watch

Di Maio e Salvini in televisione

«Non scontriamoci con la magistratura, tutte queste tensioni non fanno bene al paese», dice l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, ospite a Che tempo che fa di Fabio Fazio quasi in contemporanea con l'apparizione di Matteo Salvini, invece, su La7 a Non è L'Arena di Massimo Giletti. «Il sequestro lo esegue la magistratura quindi non credo sia un espediente» per lo sbarco «perché la magistratura è indipendente dal governo. Quando arrivano qui contattiamo i Paesi Ue e chiediamo la redistribuzione», dice Di Maio. «Credo che la politica delle redistribuzioni sia l'unica strada che abbiamo per fronteggiare il fenomeno. Poi c'è il tema dei rimpatri che si devono fare».

«La magistratura faccia come crede, ma il Viminale continua e continuerà a negare lo sbarco da quella nave fuorilegge», commenta in giornata Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno «si aspetta provvedimenti nei confronti del comandante della nave, dal quale è lecito attendersi indicazioni precise sui presunti scafisti presenti a bordo».

Resta, per Salvini, «un tema fondamentale: la difesa dei confini nazionali e l’ingresso in Italia di un gruppo di sconosciuti dev’essere una decisione della politica (espressione della volontà popolare) o di magistrati e ong straniere?».

Il leader leghista lancia poi un messaggio al governo, rilanciando il decreto Sicurezza bis su cui la polemica è già rovente: «La vicenda SeaWatch3 conferma una volta di più l’urgenza di approvare il decreto Sicurezza bis già nel Consiglio dei ministri di domani, per rafforzare gli strumenti del governo per combattere i trafficanti di uomini e chi fa affari con loro».

Le trattative

Gli ultimi risvolti arrivano dopo ore di trattativa continua tra la ong tedesca e il governo, che attraverso il ministero delle Infrastrutture e Trasporti di Danilo Toninelli aveva dato l'ok alla nave a rimanere attraccata alla fonda. Mentre resta negato il via libera allo sbarco. La nave aveva chiesto di poter entrare in porto, ma il ministro dell'Interno Matteo Salvini si è detto per tutta la giornata di oggi, domenica 19 maggio, ancora contrario.

Da tre giorni la Sea Watch è vicina a Lampedusa. Da ieri è entrata all'interno delle 12 miglia territoriali, quindi in acque italiane, come annunciato dal comandante della nave, Arturo Centore: 20 anni di carriera alle spalle ed ex ufficiale della Guardia Costiera italiana.

La ong tedesca sta proponendo di far sbarcare le persone a bordo rimaste con trasbordo su motovedette della Guarda Costiera italiana. Esattamente come è stato fatto venerdì scorso per le 18 persone già scese perché più vulnerabili: bambini, madri, padri e una donna ferita.

https://twitter.com/statuses/1130148159219478528

«Ci sono impedimenti logistici all'approdo per l'avvicendarsi di traghetti e voli aerei, abbiamo chiesto la possibilità di trasbordo attraverso le motovedette della Guardia costiera ma siamo ancora in attesa di risposta», dice all'Agi la portavoce italiana di Sea Watch, Giorgia Linardi. «Una volta terminati gli impedimenti non sussistono altre motivazioni, speriamo che ci giungano comunicazioni prima».

«Non è più possibile procedere al soccorso secondo le normali procedure. Questa attesa è una grave anomalia», aggiunge Linardi a RaiNews. «Non è nostra intenzione entrare senza autorizzazione, ma ci sono condizioni di necessità e urgenza espresse dal capitano che non giustificano il prolungamento di questa situazione». 

La mobilitazione delle chiese protestanti

«Mettiamo a disposizione le nostre strutture di accoglienza in Italia e le relazioni con le chiese sorelle d'Europa per approntare un piano di ricollocazione in Europa di una quota dei migranti soccorsi dalla Sea Watch», dice in giornata il pastore Luca M. Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.

«Accogliere i migranti in fuga dalle persecuzioni è dovere civile di ogni democrazia; ma per noi evangelici è anche un servizio al prossimo radicato nella tradizione biblica e un imperativo della nostra fede. Tutte le chiese che compongono la Fcei hanno solide relazioni con le loro sorelle in Europa, molte delle quali sono attivamente impegnate in programmi  d'accoglienza dei migranti.

«Siamo convinti che la collaborazione tra governi nazionali, istituzioni europee e società civile sia essenziale per la costruzione di una politica di accoglienza efficace e rispettosa dei diritti umani». La volta precedente, quando la disponibilità era stata data dalla Chiesa Valdese, le cose non erano andate nella direzione pianificata: in Italia non è arrivato nessun migrante

In Italia «si entra se si ha il permesso», risponde da Sassuolo, dove era impegnato in un comizio elettorale, il leader della Lega Matteo Salvini. «Sono due giorni che la nave Sea Watch 3 mi dice 'ministro fammi entrare'. Mi ha scritto l'Europa, il giudice, l'Onu, che stiamo violando i diritti umani, mi ha scritto un cardinale qua e un cardinale là. A tutti ho dato la stessa educata risposta: col mio permesso non sbarca nessuno»

L'esposto

Nel frattempo Legambiente Sicilia aveva annunciato un esposto alla procura di Agrigento: «Coerentemente con quanto già fatto per la Nave Diciotti e per la stessa Sea Watch», spiegano in una nota, per «verificare, analizzare e valutare le dichiarazioni del comandante della nave e della portavoce circa i pericoli che corrono le persone a bordo».

Secondo quanto dichiarato dalla ong tedesca in questi giorni, «sarebbero disidratate e si sarebbero verificati tentativi di suicidio». Legambiente chiede quindi, alla procura «di verificare lo stato di salute delle persone e, qualora, come noi riteniamo, dovessero riscontrare la veridicità di quanto affermato e secondo le normative internazionali e comunitarie, di procedere all'ordine di sbarco immediato, nel porto di Lampedusa, per motivi umanitari».

In copertina Nick Jaussi/Sea-Watch | Facebook

Articoli di ATTUALITÀ più letti