In Evidenza Governo MeloniLibanoPremio Nobel
ATTUALITÀCalabriaCosenzaGrotteInterviste

Liberati gli speleologi bloccati in una grotta in Calabria: «Stanno tutti bene» – L’intervista

02 Giugno 2019 - 20:52 Fabio Giuffrida
grotta
grotta
Gli speleologi sono tutti salvi, erano in buone condizioni di salute: «Non c’erano persone ferite»

Un’ondata di piena ha bloccato cinque speleologi in Calabria all’interno di una grotta, nell’Abisso del Bifurto, detta anche “Fossa del Lupo”. Si tratta di un profondo inghiottitoio che scende in verticale per 683 metri e che si trova in provincia di Cosenza. Per qualche ora si è temuto il peggio ma, grazie all’intervento tempestivo delle squadre del Soccorso alpino e speleologico, è stato possibile metterli in salvo. A dare l’allarme uno di loro che è riuscito a uscire dall’abisso pochi istanti prima dell’onda, intorno alle 16. I quattro sono riusciti a ripararsi in un ramo secondario dell’abisso. «Stanno tutti bene e non c’è stato bisogno di intervento medico» ha detto Giacomo Zanfei, presidente del Soccorso alpino e speleologico della Calabria.

L’intervista a Mauro Guiducci

A Open parla il vice-presidente del Consiglio nazionale del Soccorso alpino e speleologico Mauro Guiducci: «Le nostre squadre hanno attrezzato la grotta spostando le corde, posizionandole in una zona fuori dal flusso della cascata. Così li abbiamo raggiunti ed è iniziata la risalita degli speleologi». Nessuna superficialità da parte degli esperti, non potevano prevedere l’improvviso cambiamento delle condizioni meteo: «Si è trattato di un evento temporalesco violento». Nel caso specifico, gli speleologi erano tutti in buone condizioni di salute: «Non c’erano persone ferite, non abbiamo avuto bisogno di barelle», spiega Guiducci a Open. «I nostri tecnici hanno garantito la sicurezza di tutte le persone all’interno di quella grotta in Calabria».

Ma non è la prima volta che capita: «È capitato in passato, in zone che si allagano spesso, di avere incidenti mortali». In questo caso non c’era il pericolo che gli speleologi morissero per mancanza di ossigeno: «A meno che la grotta non sia totalmente allagata, il problema non si pone perché paradossalmente c’è sempre vento e grosse correnti d’aria. Più la grotta è vasta, più c’è la possibilità di un ricambio d’aria dovuto a sbalzi termici». Caso diverso, invece, quello accaduto in Thailandia dove «la situazione era particolarmente delicata con tratti della grotta totalmente allagati».

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti