«Due nigeriani violentano 15enne a Bolzano» ma lei si era inventato tutto per il suo ragazzo

Come nel caso di Osakue, tanta indignazione e rabbia per la vicenda denunciata. Oggi si scopre che era tutto falso

Due ragazzi nigeriani, uno di 22 e l’altro di 27 anni, erano stati fermati e poco dopo rilasciati perché non ci sarebbero stati riscontri in merito a un presunto caso di violenza sessuale nei confronti di una ragazza quindicenne a Bolzano. Così riporta il Corriere del Veneto l’otto maggio 2019, mentre altrove qualcuno scrive che la violenza c’è stata: «#Bolzano: due immigrati nigeriani di 22 e 27 anni, senza fissa dimora, hanno violentato una quindicenne mentre tornava da scuola.»


Il presunto caso di violenza sessuale sarebbe accaduto mentre la ragazza tornava a casa da scuola nei pressi della confluenza del Talvera nell’Isarco. Un uomo con i capelli rasta, secondo quanto riportato dal Corriere del Veneto, l’avrebbe colpita al volto e l’altro l’avrebbe trascinata verso la sponda del fiume per violentarla.


Per Il Primato Nazionale non ci sono dubbi: «Sono due nigeriani di 27 e 22 anni, senza fissa dimora, che si sono dileguati dopo l’aggressione». Anche Il Giornale riporta la vicenda sostenendo che a soccorrerla sarebbero stati alcuni «passanti» mentre si trascinava lungo il sentiero in cerca di aiuto. Secondo Mario Giordano «potrebbe trattarsi di un rito di iniziazione violento»:

Come per il caso di Daisy Osakue, in molti si sono lanciati ad accusare con estreme certezze ritenendo che a lanciare l’uovo contro l’atleta italiana fosse stato un gruppo di razzisti malintenzionati, per poi scoprire che uno dei colpevoli era addirittura figlio di un consigliere comunale del PD. Per il caso di Bolzano abbiamo dovuto attendere il 2 luglio 2019 per scoprire che era tutta una farsa, come riporta ancora il Corriere del Veneto:

Tutto inventato per attirare l’attenzione del suo ragazzo. Lo ha ammesso spontaneamente la 15enne che aveva detto di essere stata violentata lo scorso 6 maggio sulla pista ciclabile lungo il fiume Isarco, a Bolzano, dopo che era stata trovata in lacrime da una passante. Secondo una nota emessa questa mattina dalla Procura di Bolzano per la conclusione delle indagini preliminari, la ragazza non si era resa conto della «dimensione che la vicenda avrebbe potuto assumere».

Il tweet di Matteo Renzi sul caso Daisy Osakue nel 2018.

In entrambi i casi c’è chi ha diffuso la notizia riportando certezze nonostante fossero ancora in corso le indagini. Per Osakue il polverone mediatico non è mancato, sia prima che dopo, mentre per Bolzano dovremmo attendere a lungo per le smentite di pari proporzioni mediatiche e social.

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