Londra, broker vince la causa contro Bnp Paribas: era pagata meno degli uomini

Da quando Stacey Macken aveva iniziato a protestare contro le discriminazioni, i colleghi avevano iniziato a prenderla in giro, soprannominandola «non ora, Stacey»

La vittoria di Stacey Macken contro Bnp Paribas è destinata a fare la storia delle discriminazioni di genere sul posto di lavoro. La broker ha fatto causa per 4 milioni di sterline al suo datore di lavoro, la filiale londinese del colosso bancario francese, per le discriminazioni salariali e il bullismo a cui era costantemente sottoposta in quanto donna.


Nel 2013, poco dopo che Macken era stata assunta con un salario annuale di 120mila sterline più un premio di 33mila, un uomo ha firmato un contratto per la sua stessa posizione che prevedeva una retribuzione molto più elevata: 160mila sterline più 237mila di bonus.


Le sue proteste erano sempre state inascoltate, e non solo: le erano valse ulteriori prese in giro. Un paternalistico «non ora, Stacey» in risposta alle sue domande era diventato una battuta ricorrente. La frase, usata per i bambini che avanzano pretese fuori luogo, era diventata addirittura un soprannome.

Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata una festa di Halloween, durante la quale le è stato fatto trovare un cappello da strega sulla scrivania. Macken ha allora deciso di citare in giudizio il suo datore di lavoro per le discriminazioni subite, sia salariali che non.

Dopo la denuncia nel 2017, Macken non ha ricevuto alcun bonus e la banca ha commentato: «l’incapacità di Stacey di accettare critiche costruttive ha portato a una cascata di commenti, accuse e recriminazioni che hanno portato alla rottura delle sue relazioni con il management della banca».

Ma il giudice le ha dato ragione. Non per le molestie sessuali che aveva denunciato ma per il trattamento sessista subito, in ufficio e in busta paga. Sembra che neanche i piani alti della City resteranno indenni all’ondata del #metoo.

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