Il Napoli rallenta ancora: a Torino zero gol e tanti sbadigli

0-0 contro i granata di Mazzarri e pochissime chances. La classifica non è in linea con le previsioni

Altro mezzo passo falso del Napoli che fa 0-0 a Torino al termine di una partita non raccomandabilissima agli esteti del calcio. Ancelotti, che ridà fiducia a Insigne per poi sostituirlo con Llorente, resta quarto in classifica ma ora l’Atalanta è a +3 e il posticipo del Meazza tra Inter e Juve può ulteriormente allontanare la vetta. Per il Napoli, che a Torino costruisce pochissimo, è la terza partita delle ultime quattro senza gol all’attivo.


I piccoletti non incidono

Nel primo tempo, nonostante il cambio modulo di Ancelotti (4-3-3 con i piccoletti davanti) e la voglia di campo di Insigne dopo la tribuna in Champions, succede poco o nulla. Merito soprattutto del Toro che narcotizza la partita alternando fasi di attesa e pressione. La prima comporta qualche rischio come quando, con Fabian Ruiz unico giocatore marcato a vista, Manolas può partire dalla sua trequarti per seminare il panico e poi scaricare proprio sullo spagnolo che calcia col destro: Sirigu chiude lo specchio.


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Col passare dei minuti, e con il Napoli che preferisce la fascia destra (Di Lorenzo-Ruiz-Lozano) a quella sinistra (Hjsay-Zielinski-Insigne), il Torino alza il baricentro e, proprio su una pressione alta di Rincon, Zielinski scivola. Il contropiede del General arma il sinistro dell’ex Verdi. Che trova solo l’esterno della rete.

Mertens e Ansaldi, unici squilli

La gara diventa spezzettata, con ampi di tratti di bruttezza. Il Napoli, che rinuncia ai centimetri di Milik e Llorente, cerca il fraseggio stretto al limite dell’area e non attacca mai la porta (se non su un taglio di Fabian Ruiz su cross di Insigne). Restano le giocate dei singoli. Quella di Mertens, al minuto 28′, è da mettere al Louvre. Controllo in area, classica palombella sul palo lungo (al Torino segnò così al San Paolo lo scorso anno), fuori di poco.

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Un lampo in un match scorbutico, che presto perde anche Hjsay: il difensore cade male in un contrasto di gioco. Entra Ghoulam, ma a spaventare è un altro esterno e veste maglia granata. Nel recupero è Ansaldi a chiamare Meret a un intervento da applausi.

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Fuori Insigne, dentro la torre

Il blocco della gara ha uno stato perdurante sul quale Ancelotti prova a incidere inserendo Callejon per uno spento Lozano, e poi Llorente per Insigne (che esce e dà il 5 al suo allenatore). Il Napoli cambia pelle e passa al 4-4-2 con Ruiz centrale e Zielinski spostato sulla fascia. La prima scintilla dopo scarsi cinque minuti: Di Lorenzo (il più propositivo in assoluto) pennella e Llorente riempie subito l’area alzando di testa poco oltre la traversa di Sirigu.

Una vampata alla quale il Torino replica con la stessa moneta. E’ la testa di Izzo che, pur rendendo centimetri allo spagnolo del Napoli, si conferma uno specialista del gioco aereo e spaventa i difendenti azzurri con uno stacco strepitoso. Palla alta. Ma è un messaggio quello del Toro, che vuole spegnere sul nascere, e reagendo all’istante, ogni tentativo di aggressione alla partita ad opera degli ospiti.

E così Ancelotti deve accontentarsi dello 0-0. Con l’Atalanta che mangia altri due punti e una tra Juve e Inter che può allungare. A quest’ora, probabilmente, gli azzurri pensavano di avere qualche punto (e qualche certezza) in più.

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