Unesco, aumentano i giornalisti uccisi nel mondo. 9 casi su 10 restano impuniti

Crescono gli omicidi contro chi denuncia corruzione. I Paesi col più alto tasso di vittime sono quelli arabi, seguiti da America Latina e Caraibi

1.109 giornalisti uccisi negli ultimi 12 anni: due in media alla settimana. E 9 casi su 10 restano impuniti. È quanto emerge dall’ultimo rapporto Unesco Intensified Attacks, New Defenses.


Secondo il rapporto, tra il 2014 e il 2018 sono stati uccisi 495 giornalisti, un dato in aumento del 18% rispetto al precedente quinquennio. I Paesi Arabi rappresentano le zone con il più alto tasso di vittime (149), seguiti da America Latina e Caraibi (127 omicidi) e dall’Asia e dalla regione del Pacifico (120 giornalisti uccisi). 

Dallo studio è emerso come i tre Paesi già pericolosi siano stati la Siria, il Messico e l’Afghanistan. Da notare come sempre più spesso i giornalisti vengano uccisi in situazioni considerate ‘non conflittuali’.

«L’Unesco chiama a rispondere tutti coloro che mettono a rischio i giornalisti, che li uccidono e che non fanno nulla per fermare questa violenza. La fine della vita di un giornalista non dovrebbe mai essere la fine della ricerca della verità», dichiara la direttrice generale dell’Onu per l’educazione, la scienza e la cultura, Audrey Azoulay Azoulay in una nota. 

Dal rapporto emerge come la maggior parte dei giornalisti uccisi fossero uomini (449), mentre malgrado il numero di giornaliste morte sia nettamente inferiore, emerge come i casi di omicidio di professioniste dell’informazione siano raddoppiati rispetto al quinquennio 2014-2018.

Inoltre secondo l’Unesco l’88% dei casi di omicidio nei confronti di giornalisti restano impuniti. La quota più alta di casi risolti viene rilevata nell’Europa centrale e orientale (48% casi risolti), a cui fanno seguito l’Europa occidentale e il Nord America. Negli Stati Arabi, invece, solo l’1% dei casi segnalati ha portato a condanne.

«Quando i giornalisti sono presi di mira, la società nel suo complesso paga il prezzo» ha dichiarato il Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres. «Se non riusciamo a proteggerli, sarà estremamente difficile per noi rimanere informati e contribuire al processo decisionale. Se i giornalisti non riescono a fare il loro lavoro in sicurezza, il mondo di domani sarà segnato da confusione e disinformazione», ha chiosato il Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. 

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