Omicidio Sacchi, la nuova pista della procura: dietro Luca e Anastasia un compratore più grosso

La procura punta a chiudere le indagini entro la prossima settimana

Forse Luca Sacchi, il giovane ucciso davanti a un pub a Roma, e la sua ragazza erano solo un passaggio intermedio per uno scambio di droga costoso e dunque consistente: mediatori – che avrebbero dovuto essere ricompensati – di una partita ben più grande di loro e della quale, evidentemente, non avevano neppure ben chiare le proporzioni.


L’ultima ipotesi a cui lavorano gli inquirenti della procura di Roma (in particolare la pm Nadia Plastina e la procuratrice aggiunta Nunzia D’Elia) sull’omicidio avvenuto nella notte tra il 23 e il 24 ottobre a Roma, sta prendendo consistenza in queste ore. Le stesse in cui le indagini sembrano essere avviate verso una rapida conclusione che potrebbe arrivare entro 10 giorni.


Nei giorni scorsi sono stati sentiti alcuni testimoni ed è proseguita la verifica sui tabulati dei cinque telefoni acquisiti inizialmente e sugli ulteriori 50 contatti tra le relazioni delle vittime dell’agguato e dei due killer, Del Vecchio e Pirino.

Il fatto che i cinque analizzati all’inizio (Luca, Anastasia, Del Vecchio, Pirino e Princi, quest’ultimo l’unico amico di Sacchi presente sulla scena con precedenti specifici per droga) non appaiano essere in contatto tra di loro prima della notte del 23 ottobre, per i magistrati è paradossalmente una conferma: il gruppo si è certamente sentito, come dicono gli unici due “collaboratori” dell’indagine, ma ha badato a non lasciare tracce.

A mettere gli investigatori sulle tracce di un giro più grosso è anche un altro elemento: Giovanni Princi, come abbiamo detto l’unico amico di Luca Sacchi con precedenti specifici per droga, due settimane prima del delitto era stato fermato per spaccio. Coincidenza vuole che il suo fascicolo finisca proprio sul tavolo della pm che oggi si occupa dell’omicidio Sacchi, dunque l’incrocio è stato facile: da quel momento, di lui in rete o al telefono non si trovano più tracce. Ha probabilmente fatto sparire il cellulare e cancellato gli account digitali. Se era parte dell’affare del 23 ottobre, ha cercato di proseguire ma prendendo più precauzioni.

Altro elemento che fa pensare è l’ipotesi che i soldi fossero tanti: se Luca e Anastasia un reddito ce l’avevano, dall’analisi dei movimenti bancari non emergono prelievi di decine di migliaia di euro. E, invece, è possibile che Anastasia avesse con se almeno 20mila euro da investire nell’acquisto di stupefacenti.

Al momento la sua posizione è quella di vittima di un’aggressione che ha portato alla morte del compagno. Dei dubbi sulla sua versione dei fatti si è già detto e scritto molto. Certamente la procura la sentirà nei prossimi giorni, non è chiaro se come indagata o testimone.

Le audizioni di tutti, testimoni e indagati, non avverranno comunque prima che la procura concluda gli accertamenti irripetibili, per individuare tracce di dna riconducibili agli indagati, sulla mazza da baseball usata nell’aggressione a Luca Sacchi e sull’auto, una Smart, utilizzata da Valerio Del Grosso e Paolo Pirino la notte dell’omicidio. Anche loro saranno presto sottoposti a interrogatorio da parte del pm.

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