Elezioni Gb, dopo il voto le paure per un nuovo referendum in Scozia

La leader dei conservatori scozzesi Ruth Davidson aveva giurato che si sarebbe tuffata nuda nel Loch Ness se il partito nazionale scozzese avesse vinto più di 50 seggi. L’ha scampata per un pelo

Sono passati più di cinque anni da quando gli scozzesi votarono, non per lasciare l’Unione europea ma il Regno Unito. In quel caso vinse il “remain” o meglio il “no” alla domanda – altamente criticata – “La Scozia dovrebbe essere un paese indipendente?”.


Nonostante la sconfitta nel referendum e il conseguente cambio alla leadership, il partito nazionale scozzese (SNP) ha continuato a raccogliere consensi, anche nelle elezioni di giovedì 12 dicembre. Un risultato che adesso potrebbe aprire a un nuovo referendum.


La Scozia colorata di giallo. La leader dei liberaldemocratici beffata

La vittoria è stata schiacciante: il partito guidato da Nicola Sturgeon ha portato a casa 48 seggi, 13 in più e +8,1% rispetto alle precedenti elezioni del 2017.

Allora come oggi la mappa della Scozia è stata colorata di giallo, il colore del partito nazionale scozzese, tranne per un piccolo angolo di blu (il colore dei conservatori) che hanno vinto soltanto 6 seggi (-7 rispetto al 2017).

Quasi assente invece il rosso Labour: il partito di Corbyn, per cui fino a qualche anno fa la Scozia rappresentava una riserva sicura di voti, ha vinto soltanto un seggio, sei in meno rispetto al 2017.

Il partito liberal democratico ha retto (con quattro seggi), ma la leader, Jo Swinson, candidata nel collegio elettivo di East Dunbartonshire in Scozia è stata sconfitta e non siederà quindi in parlamento.

Sturgeon: «Johnson lasci decidere alla Scozia»

Ad aprire alla possibilità un secondo referendum è stata la stessa Sturgeon. Parlando da Glasgow, con gli scrutini quasi finiti, ha difeso il diritto del partito nazionale scozzese di «scegliere il proprio futuro».

Non che la questione dell’indipendenza scozzese sia mai stata chiusa del tutto. Il partito nazionale scozzese non ha mai smesso di portarla avanti. Già prima delle elezioni Sturgeon aveva promesso che avrebbe mandato entro natale una lettera al Primo Ministro chiedendo di poter indire un secondo referendum anche se, in precedenza Johnson ha sempre risposto con un garbato “no”.

La Brexit rappresenta l’occasione perfetta, visto che nel referendum del 2016 (sulla Brexit), gli scozzesi votarono con ampio margine (62%) di rimanere nell’Unione europea.

Un fatto che Sturgeon non ha esitato di sottolineare: «La Scozia ha mandato un chiaro messaggio. Non vogliamo il governo di Boris Johnson, non vogliamo lasciare l’Unione europea […] Johnson ha un mandato per portare l’Inghilterra fuori dall’Unione europea, ma dovrà accettare che io ho mandato per dare alla Scozia l’opportunità di scegliere un futuro alternativo».

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