Brexit, una legge nel Regno Unito bloccherà la transazione dall’Ue oltre 2020

La modifica è stata confermata da Downing Street dopo anticipazioni dei giornali

Dopo la vittoria schiacciante, Boris Johnson è pronto a dettare le sue regole sull’uscita del Regno Unito dall’Ue. La prima mossa è accelerare subito sulla Brexit, ora che il periodo di transizione concordato dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea ha una data di scadenza ufficiale.


Il governo Tory ha infatti inserito una clausola nella legge di ratifica del divorzio (Withthdrawal Bill) che sarà sottoposta al voto del Parlamento. La norma prevede appunto che la transizione post Brexit non vada oltre il 2020. La modifica è stata confermata da Downing Street dopo anticipazioni dei giornali.


In teoria Bruxelles ha concesso la possibilità di estendere questo periodo di transizione – che comporta sostanzialmente il mantenimento dello status quo – fino a ulteriori due anni in caso di successiva intesa fra le parti; ma se la clausola annunciata nella legge di ratifica sarà approvata con l’intero testo dal Parlamento di Westminster – come tutto lascia presagire – Londra rinuncerà fin d’ora a ogni proroga. La sterlina ha reagito alla novità con un calo.

La scelta del governo, se da un lato mostra la volontà di mantenere la promessa fatta agli elettori di portare a termine la Brexit (“Get Brexit done“) senza altri rinvii, dall’altro impone ora che un accordo sulle relazioni future – di libero scambio in primo luogo – con i 27 sia raggiunto entro il 31 dicembre 2020: pena il rischio teorico di un riemergere dell’ipotesi di divorzio no deal a scoppio ritardato.

La clausola è stata bollata come un «irresponsabile e sconsiderato» gioco d’azzardo con «i posti di lavoro e l’economia» del Regno dal ministro ombra laburista della Brexit, Keir Starmer, nel giorno di apertura formale – oggi – della nuova Camera dei Comuni dopo il voto elettorale. Mentre Michael Gove, ministro di punta del governo Johnson, ha replicato che non ci sono rischi reali di un no deal di ritorno poiché sia l’Ue sia il governo britannico «si sono impegnati ad assicurare di raggiungere un accordo» anche sulle relazioni future entro il 2020.

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