Regno Unito, il braccio di ferro tra l’industria automobilistica e il governo a meno di due settimane dalla Brexit

Con l’uscita prevista per il 31 gennaio si aprirà una nuova, complicata fase che vedrà il Regno Unito e l’Unione europea negoziare un accordo commerciale

«Ci sarà un impatto sul mondo imprenditoriale, alcune aziende beneficeranno, altre no». Questo il freddo pronostico del Cancelliere dello Scacchiere britannico, Sajid Javid, in un’intervista al Financial Times sull’imminente uscita del Regno Unito dall’Unione europea in cui il ministro ha posto alcuni paletti per l’industria britannica.


Meno conciliante con l’Unione europea e con le grandi industrie rispetto al suo predecessore Philip Hammond, Javid ha riassunto la sua posizione in pochi punti: più investimenti sulla formazione (il suo mantra è «skills, skills, skills») e sui progetti infrastrutturali, sopratutto nel meno prospero Nord; niente sussidi ai grandi del settore manifatturiero (farmaceutico, automobilistico ecc. ecc.) e, soprattuto, niente compromessi regolatori con l’Unione europea.


La protesta del settore automobilistico

Una ricetta che il Segretario del Tesoro ritiene lancerà il Regno Unito verso un tasso di crescita pari al 2-2,5% (attualmente oscilla attorno all’1-1,5%). Ma c’è chi protesta, come il settore automobilistico, che dopo l’intervista del ministro al quotidiano di Londra, ha avvertito che il costo all’industria di una divergenza dalle regole e standard europei potrebbe essere di diversi miliardi.

Javid non sembra essere sensibile al problema: «Il Giappone vende tranquillamente le automobili all’Unione europea pur avendo regole diverse», chiosa nell’intervista al FT. «Parliamo di compagnie – aggiunge Javid – che hanno saputo dal 2016 che avremmo lasciato l’Unione europea anche se, effettivamente, non conoscevano i termini esatti della Brexit».

La scadenza del 31 gennaio

Con la scadenza della Brexit – prevista per il 31 gennaio 2020, tra poco meno di due settimane – alle porte, l’attenzione si riaccende sulla fase successiva, che vedrà il Regno Unito e l’Unione europea negoziare un accordo commerciale durante il periodo di transizione che terminare entro dicembre 2020.

Nell’intervista al FT, Javid ha reso nota la posizione del Governo che intende uscire definitivamente dall’unione doganale e dal mercato unico «entro la fine dell’anno». Si tratta di una soluzione di rottura rispetto a quella ipotizzata dall’Unione europea che ha proposto al Regno Unito di mantenere gli standard e regole europee in cambio di un regime tariffario favorevole.

Foto di copertina: EPA/ANDY RAIN

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