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La carta di Di Maio: blindare il governo per rilanciare la sua leadership all’interno del M5s

21 Dicembre 2019 - 08:25 Redazione
«Ostacolare oggi il percorso del governo, significa ostacolare l’Italia e indebolirla agli occhi della comunità internazionale», dice il capo politico grillino

«Questo governo deve andare avanti, senza indugi e polemiche. Chi rema contro, rema contro il Paese». Il capo politico del M5s, Luigi Di Maio, blinda la maggioranza. Ma auspica «un cambio di passo».

In un colloquio con la Repubblica, Luigi Di Maio si focalizza sul «cronoprogramma» della maggioranza, punto di partenza del 2020. Il 2019, invece, si chiude con la prospettiva di votare sì all’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il caso Gregoretti. Quello stesso Matteo Salvini che all’inizio di quest’anno era invece l’alleato di governo con cui condivideva la carica di vicepremier.

«Governista» per rimettere insieme i pezzi del “suo” Movimento

«Rafforzare la finora fragile alleanza con Pd, Italia Viva e LeU è probabilmente la carta rimasta a Di Maio per provare a serrare le fila di un Movimento dove ormai si va a ruota libera», scrive oggi Matteo Pucciarelli su Repubblica.

È la leadership di Di Maio a essere in bilico. Per il senatore dissidente Gianluigi Paragone, ormai in guerra aperta con lui e il M5s di oggi, Di Maio è un «leader deperito».

Michele Giarrusso, membro della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, sulla vicenda Gregoretti consegna alle cronache parole che vanno in contrasto con quelle nette del suo capo politico. «Bisogna prima leggere le carte», dice cauto il senatore, già protagonista della precedente richiesta di autorizzazione a procedere, negata con i voti dei 5 Stelle, sempre per Matteo Salvini quella volta per il caso Diciotti.

Il «cronoprogramma»

«Da gennaio – spiega Luigi Di Maio in questo colloquio con Rep – si ripartirà con una nuova agenda e un nuovo cronoprogramma per mettere in chiaro ciò che vogliamo realizzare. I primi passi compiuti in legge di bilancio sono stati importanti e significativi, a dimostrazione che quando si lavora da squadra i risultati arrivano».

Di Maio deve gestire quella che viene da più parti descritta come velleità di scissione parlamentare. Da un lato sarebbe pronto un gruppo di “responsabili” ultra-contiani. Dall’altro ci sono i parlamentari in fuga -principalmente verso la Lega – mentre per il dissidente Gianluigi Paragone è stata aperta la procedura davanti ai probiviri e un’altra scissione potrebbe essere alle porte.

Compattezza, quindi, risponde Di Maio. «Lavoro di squadra», per «lavorare con ancora maggiore intensità, per rispondere alle richieste legittime degli italiani».

Destini collegati?

«Dobbiamo accelerare per ottenere quanto prima nuovi risultati, a partire dai diritti sociali, come la casa, il diritto a curarsi in tempi certi e quello di avere uno stipendio dignitoso per ogni lavoratore, che passa attraverso il salario minimo orario», si legge ancora su la Repubblica. «Non possiamo permetterci il lusso di perdere terreno», dice Di Maio.

Nè internamente nè all’estero. E qui il ministro degli Esteri fa riferimento al caos in Libia, dove è si è recentemente recato in missione, non portando però a casa, almeno al momento, i risultati sperati per l’avvio di soluzioni diplomatiche alla crisi.

L’avvertimento interno, però, è chiaro: «Ostacolare oggi il percorso del governo, significa ostacolare l’Italia e indebolirla agli occhi della comunità internazionale», dice Luigi Di Maio.

In copertina Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, durante il brindisi natalizio con i dipendenti, Ministero degli Esteri, Roma, 20 dicembre 2019. ANSA/Riccardo Antimiani

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