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M5S, Paragone in guerra aperta con Di Maio: «È un ragazzo deperito. Ma se vuole chiamarmi, ho qualche consiglio gratis»

20 Dicembre 2019 - 07:58 Redazione
Il giornalista attacca il M5S sul MES e il taglio dei parlamentari. Con Di Maio chiude a qualsiasi mediazione: «Se ha voglia di ragionare può chiamarmi lui»

Il Movimento 5 stelle è pronto a espellere il senatore Gianluigi Paragone, dopo che l’ex conduttore ha votato contro la legge di Bilancio. Voce critica all’interno del M5S in merito all’alleanza con il Partito Democratico, Paragone ha rimandato al mittente le accuse “mostrando” un dito medio ai leader dei pentastellati.

«Gli espulsi dovrebbero essere altri. I tre che hanno firmato il referendum contro il taglio dei parlamentari per esempio. Una bandiera del Movimento», afferma Paragone in un’intervista a la Repubblica.

Sulla possibilità che questo malcontento possa trasformarsi in un gruppo, Paragone frena: «Dovrei capeggiare una pattuglia di dieci persone per fare da stampella al governo? Mi sembra assurdo». e aggiunge, «Io non li vedo dieci senatori pronti a far cadere Conte al mio segnale».

Sui dietrofront del Movimento rispetto al programma elettorale Paragone tira dritto: «Una roba verde non puoi dire che è giallo marcio. Noi avevamo scritto nel programma che si poteva anche recedere dall’Euro e oggi facciamo i reggicoda di Bruxelles».

Il senatore mette poi in guardia il capo del Movimento, Luigi di Maio, sulla tenuta del governo: così non reggerà a lungo. C’entra forse che fra coloro che non restituiscono parte dello stipendio ci sono anche ministri, vice e sottosegretari? Loro non li deferiamo ai probiviri? La verità è che stanno distruggendo il Movimento».

Su quella che Paragone considera dunque una deriva con il Movimento diventa minoritario rispetto al governo, il giornalista manda una frecciatina a Di Maio: «Non ha più il peso politico di un anno fa. Il ragazzo è deperito, questo è evidente».

Il vero leader? «Grillo è un leader vero. Non ha bisogno della divisa per essere un generale». Sul Mes e il documento dei 32 accademici portato da Matteo Salvini al senato Paragone ribadisce anche il suo no al fondo salva stati: Lo hanno scritto accademici della Sapienza e di altre grandi università. Sono pericolosi no-euro anche loro? No. Vogliono solo ricordarci che l’Eurozona ha la peggiore performance economica del mondo».

Su questo e altri temi Paragone chiarisce con chi lo vede sempre più vicino alla Lega: «Sono schizofrenici anche loro. Alcuni sono liberisti altri keynesiani. Criticano il Mes e poi candidano Draghi al Quirinale».

I rapporti con Di Maio sono poi sempre più in crisi e Paragone non sembra intenzionato a ricucirli: «Se ha voglia di ragionare può chiamarmi lui. Ho qualche consiglio buono. È anche gratis».

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