In Evidenza ENISiriaUSA
ATTUALITÀCorso FranciaGiovaniInchiesteIncidenti stradaliOmicidiOmicidi stradaliPietro GenoveseRoma

Tragedia di Corso Francia, il terzo in auto: «Ho urlato: fermati. Dopo l’impatto Pietro non sembrava in sé»

29 Dicembre 2019 - 07:52 Redazione
«Fermati, ferma: ho sentito gridare questo quasi nello stesso istante in cui ho udito un fortissimo botto alla macchina. Dopo l'impatto Pietro sembrava non capire più niente»

Davide Acampora, 20 anni, la notte del 22 dicembre era seduto a fianco di Pietro Genovese, a bordo della Renault Koleos che ha investito Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, uccidendole sul colpo. Con lui, seduto sul sedile posteriore, c’era Tommaso Edoardo Fornari, altro amico dei due giovani. Davide Acampora ha affidato a la Repubblica il racconto di quella notte: «Fermati, ferma: ho sentito gridare questo quasi nello stesso istante in cui ho udito un fortissimo botto alla macchina». «Era impossibile evitare quello che è successo – ha confermato – le due povere ragazze sono sbucate all’improvviso». «Pietro ha continuato a guidare per altri duecento metri circa, ma aveva cambiato faccia. Era come un automa, non sembrava in sé, anzi sembrava proprio non capire più niente», racconta l’amico del giovane 21enne che ora si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio stradale duplice. E Acampora conferma di nuovo la dinamica dell’incidente accaduto nella notte del 22 dicembre: «Venivamo da un semaforo verde, non andavamo fortissimo, ma avevamo preso velocità quando stavamo all’altezza del semaforo successivo». «Eravamo sulla corsia di sorpasso quando sulla nostra destra abbiamo notato un’auto che ha rallentato, senza capirne il motivo, e subito dopo le due ragazze correvano davanti a noi». E qualche secondo prima che avvenisse l’impatto, Fornari, l’amico seduto sul sedile posteriore, ha urlato a Pietro di frenare dopo aver visto sbucare le 16enni. Ma non c’è stato nulla da fare. 

Le indagini degli inquirenti

Intanto, per far luce su quanto accaduto esattamente quella notte, e sulla possibilità che Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli abbiano «concorso alla causazione del sinistro mortale», poiché – secondo le testimonianze – avrebbero attraversato col rosso e non sulle strisce pedonali, è stato disposto il sequestro delle telecamere di un ristorante che si trova nel punto esatto dell’impatto. Nel frattempo i difensori delle famiglie di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, rispettivamente l’avvocata Giulia Bongiorno e l’avvocato Cesare Pirino, sostengono che le testimonianze raccolte dalla municipale presentino numerose discrepanze sul passaggio sulle strisce pedonali. Inoltre, la famiglia Von Freymann, attraverso la legale Bongiorno, ha nominato un consulente per le indagini difensive.

«Condotta vietata e spericolata delle vittime»

Nelle nove pagine di ordinanza in cui ha disposto la misura cautelare dei domiciliari, la giudice ha voluto comunque rimarcare «la condotta vietata e incautamente spericolata – di Gaia e Camilla che avrebbero attraversato la strada di notte, a semaforo rosso e con la pioggia – concorrendo così alla causazione del sinistro mortale». Mentre si stanno analizzando le testimonianze di almeno quattro persone che avrebbero assistito alla scena, gli inquirenti hanno sequestrato le registrazioni delle telecamere di un ristorante che si trova nel punto esatto dell’incidente.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti