Casaleggio, 10 punti per «fare chiarezza»: «Nessun conflitto di interessi né soldi dagli eletti»

«Il fine d’anno è stato pieno di fuochi d’artificio mediatici – esordisce Casaleggio Junior – chiariamo alcuni punti per evitare che si torni a diffondere notizie prive di fondamento»

Bilancio di fine anno per Davide Casaleggio, a capo della Casaleggio Associati, che con un lungo post su Facebook intende «chiarire alcuni punti» per evitare che «si torni a diffondere notizie prive di fondamento». Il riferimento è alle polemiche nate durante l’esame della manovra che hanno riguardato la Casaleggio Associati. Dieci punti argomentati ed esposti sotto forma di fact checking, in cui la conclusione è sempre: «falso».


«Il fine d’anno è stato pieno di fuochi d’artificio mediatici – esordisce Casaleggio Junior -. Proprio contestualmente alla chiusura della manovra di bilancio ho letto molte cose completamente inventate e altre verosimili, ma appositamente incomplete. Ho preferito non alimentare le polveri in un momento delicato come la legge di bilancio visto che mi sembravano strumentali alla contrattazione in corso da parte delle forze parlamentari».


Il figlio del cofondatore del M5s precisa che «è falso che la Casaleggio Associati è una società di lobbying». «È falso che guadagna di più con il Movimento in Parlamento e al governo, è falso che riceve soldi dai parlamentari, è falso che Moby è stata favorita dal Movimento 5 stelle nella sua attività parlamentare e governativa grazie a Casaleggio Associati ed è falso che la Casaleggio Associati è in conflitto di interessi».

E ancora: «È falso che Casaleggio scrive il piano dell’innovazione», scrive Casaleggio. «Vedere ridurre la discussione sul Piano Innovazione italiano al fatto che dovesse o meno avere il mio nome tra i ringraziamenti è veramente avvilente, prosegue. «Sono contento di aver messo a disposizione gratuitamente tutti gli studi che ho pubblicato in questi anni e spero siano serviti nell’elaborazione della strategia. Se può servire a parlare di innovazione in Italia si tolga pure il mio nome dai ringraziamenti di quel documento».

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