Chi era Giampaolo Pansa, il giornalista che inventò la Balena Bianca

Nato a Casale Monferrato nel 1935, ha lavorato con La Stampa, Il Giorno, Il Messaggero, Corriere della Sera e Repubblica

Ci lascia all’età di 84 anni Giampaolo Pansa, giornalista e scrittore, firma de L’Espresso e di Repubblica, protagonista del giornalismo italiano nel ‘900. Nato a Casale Monferrato nel 1935, ha lavorato anche con La Stampa, Il Giorno, Il Messaggero, Corriere della Sera e Repubblica.


La penna di Pansa ha tracciato le bozze di alcuni degli eventi storici che hanno segnato la storia italiana del secondo ‘900. Dai reportage sulla strage del Vajont, passando per l’attentato di Piazza Fontana e lo scandalo Lockheed, che nel 1978 ha portato alle dimissioni del presidente della Repubblica Giovanni Leone. Solo dopo anni venne provata la sua innocenza.


Giampaolo Pansa si è occupato, fin dalla sua tesi di laurea in Scienze Politiche, della guerra partigiana, ricordando anche i crimini commessi da chi ha aderito alla resistenza. Tra i libri più noti, che nacquero da questo suo lavoro, ricordiamo Il sangue dei vinti pubblicato nel 2003, un volume che gli costò anche accuse di revisionismo storico.

Accuse che hanno dato, provocatoriamente, il titolo al suo autoritratto pubblicato nel 2019: Quel fascista di Pansa. Il suo ultimo libro, invece, è dedicato al leader della Lega e si intitola Matteo Salvini: ritratto irriverente di un seduttore autoritario.

Uno dei suoi meriti è stato anche quello di affibiare uno dei soprannomi più longevi della cronaca politica italiana. Fu lui a chiamare per la prima volta la Democrazia Cristiana «Balena Bianca», in onore di Moby Dick, il lieviatano di Herman Melville in grado di uscire imbattuto da mille battaglie.

Il ricordo del mondo del giornalismo

In tanti su Twitter hanno voluto ricordare Pansa, a partire da Mario Calabresi, ex direttore de la Repubblica.

Foto in copertina da Wikipedia

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