Caso Bezos, l’ambasciata saudita nega l’hackeraggio del cellulare del capo di Amazon

L’intrusione, secondo il The Guardian, sarebbe avvenuta nei mesi precedenti all’uccisione di Jamal Khashoggi

L’ambasciata saudita a Washington ha smentito le ricostruzioni formulate dal The Guardian, secondo cui un account del principe ereditario Mohammed bin Salman avrebbe hackerato il telefono del patron di Amazon, Jeff Bezos.


L’intrusione, avvenuta nel 2018, aveva portato alla diffusione di immagini intime di Bezos. Bezos è anche proprietario del Washington Post, lo stesso giornale che ai tempi aveva come editorialista Jamal Khashoggi. Il giornalista saudita fu assassinato più tardi nello stesso anno al consolato di Riyad a Istanbul.


«I recenti resoconti dei media che suggeriscono che il Regno sia alla base di una violazione del telefono di Jeff Bezos sono assurdi», ha sottolineato l’ambasciata dell’Arabia Saudita sul suo account Twitter. «Chiediamo un’indagine su queste affermazioni».

A dicembre scorso, Riyad ha condannato a morte cinque persone ritenute responsabili dell’omicidio del reporter. Il regime saudita aveva già negato in precedenza di aver preso di mira il telefono di Bezos.

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