L'affondo del figlio del co-fondatore del Movimento contro chi «con dolo» ha indebolito la leadership del capo politico per ambizioni personali
Davide Casaleggio con un lungo post su Facebook commenta la decisione di Luigi Di Maio di lasciare la guida del Movimento 5 Stelle e non risparmia qualche attacco diretto a chi, ancora nel Movimento o fuoriuscito, sembra di capire, ha indebolito la leadership del capo politico, e il Movimento stesso, per ambizioni personali.
Premette il figlio del co-fondatore del Movimento: «Luigi ha avuto il grande ruolo in questi anni di dimostrare che questo Movimento poteva sedere sui banchi del governo, poteva portare a casa le grandi riforme che chiedeva nelle piazze e dai banchi dell’opposizione. La sua resilienza da agonista gli ha permesso di raggiungere grandi risultati personali, ma soprattutto per una grande comunità di persone».
Ma sferra poi l’attacco: «Purtroppo non tutti glielo hanno riconosciuto in modo pubblico con la falsa convinzione che, non esponendosi, avrebbero evitato di inimicarsi qualcun altro. Altri con dolo pubblicavano i loro distinguo per inseguire un titolo di giornale. Ma la maggior parte delle persone lo sa».
Poi il richiamo alle origini del Movimento e il riferimento a Gianroberto Casaleggio sulla cui strada, secondo il figlio, Di Maio avrebbe operato osteggiato dall’atteggiamento degli oppositori interni: «Tutto questo (cioè chi opera nel Movimento creando distinguo per ambizione di parte, ndr.) lo sapeva anche mio padre. Per cui sono certo che questa sua decisione potrà servire a generare consapevolezza di tutto questo».
Infine il ringraziamento all’ormai ex capo politico: «Voglio quindi dire grazie pubblicamente a Luigi per tutto quello che ha fatto fino ad oggi per il Movimento e per il suo impegno futuro a difendere il MoVimento, con il cuore».
Ansa | Nell’immagine Davide Casaleggio durante ”Sum#03, capire il futuro”, organizzato da Casaleggio nel terzo anniversario dalla scomparsa del padre, Ivrea, 6 aprile 2019
L’incarico pro tempore di Vito Crimi come nuovo leader grillino è, al netto di sorprese, destinato a durare un paio di mesi: da quando cioè oggi, 22 gennaio, alle 17, al Tempio di Adriano di Roma Luigi Di Maio, attuale capo politico del Movimento 5 Stelle, annuncerà il suo passo indietro (o di lato) in occasione della presentazione dei facilitatori regionali, fino agli Stati Generali pentastellati, previsti per metà marzo. Lui è Vito Crimi, classe 1972, palermitano: prende il posto dell’attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio alla guida del Movimento in attesa dell’appuntamento con la riorganizzazione prevista tra due mesi. Il viceministro agli Interni è infatti il componente più anziano nell’Ufficio di Garanzia del Movimento. Insieme al suo nome si fa anche quello del ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli – soprattutto dopo le sue recenti dichiarazioni sul destino riformista del Movimento. La decisione di lasciare sarebbe stata anticipata da Di Maio ai ministri pentastellati in mattinata durante un vertice a palazzo Chigi.
Ma chi è Vito Crimi?
Vito Claudio Crimi, lo riportano le sue biografie online, cresce nel quartiere Brancaccio di Palermo, frequentando gli scout. Comincia l’università, matematica, ma non conclude il corso di laurea. Si trasferisce invece al nord nel 2000, dopo aver vinto un concorso: va a lavorare come assistente giudiziario alla Corte d’Appello di Brescia, in Lombardia. Il suo amore per il “grillismo” nasce qualche anno dopo e diventa militanza quando nel 2007 si iscrive al Meetup Amici di Beppe Grillo della città lombarda. Tre anni dopo è il candidato 5 Stelle per la presidenza della Regione e porta a casa il 3%, ovvero 144 mila preferenze. È il 2013 quando il suo volto entra nelle case degli italiani: viene eletto senatore e diventa i primo capogruppo grillino della storia al Senato. Le cronache politiche hanno cominciato a conoscerlo quando ha partecipato alle consultazioni per la formazione del governo insieme alla sua allora omologa per la Camera, Roberta Lombardi. Era la prima volta in Parlamento per il Movimento.
Lo streaming
È sempre Crimi, insieme a Lombardi, a essere protagonista del famoso – e da più parti definito tragico – streaming delle consultazioni con l’allora segretario del Pd Pierluigi Bersani. Altri tempi, decisamente. Tempi scanditi dalle parole del leader e fondatore Beppe Grillo, trionfante con il suo tsunami tour: «Noi entriamo in Parlamento e saremo una forza straordinaria, non pensino di fare inciucetti e inciucini. Gli altri faranno un governissimo pdmenoelle-pdelle. Noi stiamo fuori. Nel non-statuto e negli impegni sottoscritti dai nostri neoparlamentari sono esclusi in modo categorico accordi con i partiti». I grillini, si sa, non potevano andare in tv».
Le scie chimiche
Tanti lo ricordano anche per il suo post di qualche anno fa – era il 2015 – in cui l’ormai ex capogruppo al Senato del Movimento Cinque stelle, Vito Crimi, pubblica il messaggio di un amico di Ghedi, in provincia di Brescia, che di ritorno dalle vacanze si allarma a causa della polvere sul pavimento raccolta dai piedi del figlio. «Come è normale tutti gli scuri erano chiusi, ma dietro qualcuno di essi qualche porta è rimasta socchiusa per favorire un minimo di ricambio dell’aria di casa», scrive l’amico di Crimi nel messaggio riportato dal grillino su Facebook. «Quello che mi spaventa è che non si tratta della normale polvere. È una polvere nera e sottile… polveri contenute nell’aria che respiriamo». I commenti sui social sono impietosi, e il passaggio alle scie chimiche immediato.
Incarichi di governo
Alle elezioni del 4 marzo 2018 Vito Crimi viene rieletto. Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’editoria nel governo Conte I di 5 Stelle e Lega, è il volto – insieme a quello, fuori dai palazzi, di Alessandro Di Battista – della battaglia più feroce contro il rinnovo della Convenzione a Radio Radicale e quindi dei tagli alla testata – come di altri tagli all’editoria. Poco amato dai sindacati dei giornalisti per come ha portato avanti il suo ruolo di sottosegretario nel settore dell’editoria, Crimi è anche stato il commissario alla ricostruzione post-sisma nell’Italia centrale. Con il governo Conte II, Vito Crimi il 13 settembre 2019 viene nominato vice ministro dell’Interno. Ora il suo prossimo incarico potrebbe essere, per quanto ad interim, quello di capo politico del Movimento 5 Stelle.
In copertina Maurizio Brambatti/ANSA | Il sottosegretario Vito Crimi lascia Palazzo Chigi al termine dell’incontro con ministri e sottosegretari uscenti del Movimento 5 stelle. Roma, 2 settembre 2019.