Coronavirus, 26 morti e 830 casi accertati. Casi di contagio anche in Giappone, Corea del Sud e Usa


Il governo cinese ha confermato l’ulteriore aggravarsi del bilancio tra vittime e contagiati fornito ieri dalle autorità locali. Sono 26 le persone che finora hanno perso la vita per via del coronavirus. Il numero dei casi accertati è invece pari a 830. La Commissione sanitaria nazionale ha aggiunto che i casi sospetti al momento all’esame sono 1.072.
Dopo un decesso a Hebei, la provincia che circonda Pechino, è stata annunciata anche una seconda vittima fuori dall’area dell’epicentro di Wuhan, la città che ha registrato la stragrande maggioranza dei casi di contaminazione e di morti per il virus: la vittima risiedeva nell’Heilongjiang, una provincia al confine con la Russia, a più di 1.800 km da Wuhan.
Una settima città cinese, Huangshi, vicina all’epicentro, ha interrotto il servizio di trasporto pubblico e ha chiuso un ponte di accesso sul fiume, mentre il Paese intensifica gli sforzi per contenere il coronavirus. La città, che si trova anch’essa nella provincia di Hubei, ha annunciato che le rotte di trasporto e un terminal dei traghetti hanno chiuso alle 2 ora locale, le 3 in Italia.
Intanto, le autorità cinesi hanno imposto il blocco ai trasporti pubblici in una nona città, Jingzhou. Salgono così a 32 milioni i cittadini coinvolti dai blocchi nel Paese a seguito dell’epidemia.
Il vaccino
Gli scienziati della University of Texas Medical Branch (Utmb) di Galveston, negli USA, stanno monitorando la diffusione del nuovo virus cinese e sono già lavoro per studiare un vaccino. Per ora infatti non esiste alcun trattamento dei contagiati. Unica via è la prevenzione. La raccomandazione – oltre a quella di indossare mascherine – è in particolare quella di lavarsi le mani spesso per 20 secondi con sapone normale. La sequenza genetica del virus di Wuhan è stata pubblicata sul sito GeneBank, accessibile a tutti i ricercatori.
Negli Usa
Il primo caso del nuovo virus cinese negli Usa è stato confermato il 21 gennaio a Seattle mentre si sospetta il contagio di uno studente della A&M, in Texas, ricoverato da mercoledì. Sarà tenuto in isolamento fino all’esito dei test che vengono condotti direttamente dai Centers for Diseases Control e Prevention (Cdc) ad Atlanta.
Secondo caso in Corea del Sud
La Corea del Sud ha confermato il suo secondo caso del coronavirus. Il ministero della Sanità di Seoul ha riferito che un coreano del Sud di circa 50 anni ha iniziato a manifestare sintomi a Wuhan, dove si trovava per lavoro, il 10 gennaio. Al suo ritorno nel Paese, all’inizio di questa settimana, è stato sottoposto a controlli ed è stato accertato essere il secondo caso del virus in Corea del Sud. «Il paziente era consapevole della situazione a Wuhan e ha collaborato bene con le richieste delle autorità sanitarie durante il periodo di monitoraggio dopo il ritorno a casa», hanno dichiarato dal ministero.
Secondo caso in Giappone
Anche il ministero della Salute giapponese ha confermato il secondo caso di contagio nel Paese. Si tratta di un uomo di circa 40 anni, di nazionalità cinese, arrivato la scorsa domenica a Tokyo dalla città di Wuhan. L’uomo – che aveva visitato un centro ospedaliero in Cina in due occasioni per poi essere dimesso prima di partire per il Giappone – è stato trasferito dall’ospedale di Tokyo, a cui si era rivolto mercoledì, all’istituto nazionale delle malattie infettive. Il primo caso in Giappone risaliva al 15 gennaio, e riguardava un uomo di nazionalità cinese di circa 30 anni, in visita di recente alla città di Wuhan.
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