Prescrizione, si spacca la maggioranza: Italia Viva dice no al “lodo Conte bis”

M5s, Pd e Leu siglano un accordo che fa scattare il blocco della prescrizione dopo la condanna in primo grado e lo fa diventare definitivo dopo una seconda condanna in appello. Ma i renziani annunciano battaglia

«Si assumeranno la responsabilità del no». Il commento laconico è del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: al termine del vertice di maggioranza sul tema della riforma della giustizia penale, non è stato trovato un accordo con Italia Viva, da sempre contraria all’abolizione della prescrizione. Nonostante la spaccatura non sia stata sanata, lunedì 10 febbraio la riforma del processo penale dovrebbe comunque arrivare in Consiglio dei ministri.


«Italia Viva nel momento in cui andremo in Parlamento si prenderà le sue responsabilità – spiega il guardasigilli -. Da parte mia non c’è stata alcuna rigidità. Viene il momento in cui dal mio punto di vista si deve accettare che ci sono tre forze politiche che hanno accettato l’accordo e una no. E non si dica che non c’è stato dialogo o coinvolgimento, credo che siamo all’ottavo vertice».


Le tre forze a cui fa riferimento Bonafede sono Partito democratico, Movimento 5 stelle e Liberi e uguali: al vertice a Palazzo Chigi, hanno siglato un accordo sul cosiddetto “lodo Conte bis”, che fa scattare il blocco della prescrizione dopo la condanna in primo grado e lo fa diventare definitivo dopo una seconda condanna in appello.

È lo stesso Bonafede a chiarire l’idea sul “lodo Conte bis”. «I miei uffici mi hanno detto che non ci sono profili di incostituzionalità – afferma, e spiega che la riforma della prescrizione – distingue dopo il primo grado tra assolti e condannati. Per i condannati c’è l’interruzione della prescrizione. Per gli assolti una sospensione breve. In appello, se chi era stato condannato in primo grado viene assolto, a quel punto quella persona recupera i termini di prescrizione».

La posizione dei renziani

Durissimo il tweet di Luciano Nobili, deputato di Iv, che replica al ministro: «Auguriamo a Bonafede di aver fatto bene i conti. Perché al decreto mancheranno i voti di Italia Viva. Magari glielo vota Salvini anche stavolta. Noi no». La nota ufficiale del partito di Matteo Renzi tende a precisare che «Italia Viva non accelera e non polemizza, ma da che da qui a sei mesi Bonafede dovrà cedere. Se non lo convincerà la politica, ci penserà la matematica». Sempre su twitter, il coordinatore di Iv Ettore Rosato punzecchia Bonafede: «Leggo che il ministro Alfonso Bonafede è stanco di Italia Viva. Se è così stanco troveremo nelle prossime settimane il modo per farlo riposare».

Il governo, invece, accelera

Ma è lo stesso Bonafede, a vertice concluso, a dettare i tempi: «È probabile che venga convocato per lunedì un Consiglio dei ministri per approvare la riforma del processo penale, che include l’accordo sulla prescrizione raggiunto questa sera a Palazzo Chigi tra M5s, Pd e Leu, con il dissenso di Iv». Giuseppe Conte cerca di sorvolare sulla crepa nella maggioranza: «Il presidente del Consiglio – dicono fonti di Palazzo Chigi – era e resta interessato a varare una complessiva riforma del processo penale in modo da accelerare i tempi della giustizia. Quanto al tema della prescrizione, non ha mai ritenuto che questo specifico profilo di disciplina fosse tale da oscurare il complessivo disegno riformatore».

Pd: «Aut aut incomprensibile di Italia Viva»

«Iv è rimasta incomprensibilmente ferma e rigida nelle sue posizioni sulla prescrizione. Non c’è stata una contestazione nel merito: loro hanno detto “prendere o lasciare” – racconta il dem Walter Verini appena terminato il vertice -. Noi invece abbiamo ritenuto responsabilmente di dire sì a una soluzione accettabile, al di là delle manovre dei partiti per finalità poco chiare. Ognuno poi si prenderà le sue responsabilità in Parlamento».

Battibecco Pd – Italia Viva

Alessia Morani, sottosegretaria allo Sviluppo economico del Pd, dà il via a un botta e risposta su Twitter rispondendo al messaggio lanciato dal renziano Luciano Nobili: «Ma se al decreto mancheranno i voti di Italia Viva significa che esce dalla maggioranza?», scrive in risposta al deputato. Il quale, a stretto giro, replica: «Significa che su questo non avete la maggioranza. Non è difficile Alessia. Noi difendiamo la legge di Gentiloni e Orlando, voi difendete la legge di Bonafede e Salvini. Tutto qui». L’ultima controreplica è di Morani: «Quindi quel non avete la maggioranza significa che voi non ne fate più parte», preannunciando uno scenario tragico per la tenuta del governo.

I partecipanti del vertice

Il vertice è durato un’ora e mezza: erano presenti il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro Bonafede, il sottosegretario M5s Vittorio Ferraresi, il capo delegazione Pd Dario Franceschini, il responsabile Giustizia Pd Walter Verini, i deputati dem Michele Bordo e Alfredo Bazoli, il sottosegretario Pd Andrea Giorgis, la capogruppo di Iv Maria Elena Boschi, i parlamentari Iv Lucia Annibali e Giuseppe Cucca, il senatore di Leu Pietro Grasso.

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