Kobe Bryant, la moglie fa causa alla società dell’elicottero precipitato

A Los Angeles si è svolta la “Celebration of life”, il memorial in omaggio della star del basket scomparso insieme alla figlia lo scorso 26 gennaio

La vedova di Kobe Bryant ha fatto causa a Los Angeles alla società proprietaria dell’elicottero che un mese fa è caduto nella nebbia in California uccidendo suo marito e la figlia di 13 anni. Secondo la donna, il pilota (anche lui morto nell’incidente) fu negligente nel volare con quelle condizioni meteo. La causa è stata annunciata mentre era in corso a Los Angeles una cerimonia per rendere omaggio al campione e alla figlia.


La “Celebration of life

Gli Stati Uniti si sono fermati per celebrare la star del basket e la figlia Gianna, morti quasi un mese fa a 41 e 13 anni in un tragico incidente d’elicottero in California insieme ad altre sette persone. Dopo una serie di vari eventi commemorativi e il funerale privato, l’intero Paese ha seguito in diretta tv la commovente cerimonia allo Staples center di Los Angeles, la “casa” dei Lakers illuminata di viola in cui Black Mamba ha giocato 20 anni e vinto cinque titoli, diventando una icona dello sport, e non solo della pallacanestro.


Lo Staples center di Los Angeles durante il memorial dedicato a Kobe e Gianna Bryant

La struttura in passato è stata sede di altri memorial, come quello di Michael Jackson nel 2009. Si potevano usare altre location, con capacità di contenere una folla maggiore, ma Vanessa – che è stata accolta con una standing ovation ed è crollata in lacrime mentre scorrevano le immagini con gli highlights della carriera del marito – ha preferito come palcoscenico quello più intimo e familiare: l’impianto, dopo la sciagura, è diventato meta di pellegrinaggio di oltre 300mila persone, che hanno lasciato una marea di fiori e centinaia di palloni da basket, bigliettini, sneaker ora immagazzinati provvisoriamente in 37 container.

Per la “Celebration of life“, come è stato battezzato l’evento, si sono radunate per due ore e mezzo 20mila persone che avevano acquistato il biglietto per l’ultimo saluto al loro campione, vestite di nero o con i colori sociali giallo e viola. Molti indossavano anche t-shirt con le foto di Kobe e della figlia. Ma altre migliaia di persone hanno lasciato il loro ricordo sui social, in particolare su Twitter, dove è diventato virale l’hashtag #KobeFarewell.

Il commosso ricordo di Micheal Jordan

Intorno al parquet, Vanessa e le tre figlie, familiari e amici, fan, celebrities e atleti. Con lei i campioni di un tempo, come Micheal Jordan, Kareem Abdul-Jabbar, Shaquille O’Neal, Magic Johnson e Bill Russell. E quelli di oggi, come Lebron James, James Harden, Stephen Curry, Luka Doncic, Anthony Davis. Nel parterre anche l’allenatore Luke Walton, ex compagno di Bryant ai Lakers. In prima fila i tifosi vip, come Spike Lee e Jack Nicholson.

Ma gran parte del pubblico era composto dai suoi fun più affezionati che hanno invocato con i loro cori “Kobe”, “Kobe”. Come Bob Melendez, 72 anni, abbonato ai Laker per 40 anni: «Dopo aver visto Kobe giocare per molti anni, non potevo perdere questa cerimonia». Durante il memorial, dove Beyonce ha cantato alcuni suoi successi come Xo e Halo, sono intervenute varie personalità per riflettere sull’impatto che Bryant, come atleta ma anche come uomo, ha avuto sul basket, sullo sport in generale e sul mondo, mentre sugli schermi comparivano retrospettive di immagini che hanno reso immortale il campione, già nominato dall’Nba “Basketball Hall of Fame finalist“.

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