Pd e M5s si scontrano (anche) sui videogiochi. A rischio il primo fondo dedicato al settore

Nel decreto Rilancio è stato inserito un comma che prevede l’istituzione di un fondo dedicato alle aziende italiane che si occupano di videogame. Non tutti però sono d’accordo su come intervenire in questo settore

Decine di articoli sui siti di settore, commenti su social e blog e l’immancabile petizione su Change.org. Il First Playable Fund è diventato un caso nell’industria dei videogiochi, nonché il nuovo fronte su cui Pd e M5s si presentano con due posizioni diverse. Il First Playable Fund è un fondo dedicato al settore dei videogiochi che è stato inserito nel decreto Rilancio, il piano pensato per affrontare la crisi economica post Coronavirus. Nello specifico, si tratta di 4 milioni di euro che garantiscono alle software house italiane di avere un finanziamento fino a 200 mila euro per costruire un prototipo, così da cercare poi nuovi finanziamenti.


Il fondo è stato introdotto su iniziativa di Mirella Liuzzi, sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico al secondo mandato come deputata del Movimento 5 Stelle. A sostenere questa iniziativa c’era anche Idea, l’associazione di categoria dell’industria dei videogiochi in Italia. Non è detto però First Playable Fund vedrà la luce. Marianna Madia, ora deputata del Partito Democratico ed ex ministra della Pubblica Amministrazione, ha proposto un emendamento per cancellarlo.


Il mercato dei videogiochi in Italia

EPA/VICTOR LERENA| I quarti di finale del campionato mondiale di League of Legends

Secondo l’ultimo rapporto di Idea, nel 2019 tutto il mercato dei videogiochi in Italia valeva 1,787 miliardi di euro, con una crescita del 1,7% rispetto all’anno precedente. Un risultato che aumenta se si guarda solo al lato software, cresciuto del 7,3%. Leggendo invece i dati dell’ultimo censimento degli sviluppatori di videogiochi in Italia si vede come i numeri siano ancora bassi rispetto al mercato potenziale. Nel 2018 il settore impiegava circa 1.100 addetti e le software house erano concentrate soprattutto in Lombardia.

Come funziona il fondo per gli sviluppatori italiani

SONY | La Ps5, la console attesa per il prossimo inverno

Lo scopo per cui è nato il First Playable Fund è permettere alle piccole software house italiane di dare forma alle proprie idee, come ci spiega Mirella Liuzzi: «È un aiuto a fondo perduto alle imprese. Permette di coprire il 50% dei costi di sviluppo di un prototipo, fino a un massimo di 200mila euro».

Il progetto nasce ricalcando misure che esistono anche in altri Stati europei: «Sappiamo che la dotazione finanziaria è minima ma è molto simile a quella che viene fornita in altri Paesi come Francia e Regno Unito. L’idea è quella di cominciare a sostenere di più questa industria, così da permettere anche a noi di avere un campione del settore, come Ubisoft in Francia».

Nel testo del decreto Rilancio, che sarà votato il 24 giugno alla Camera e poi dovrà passare al Senato, la norma che istituisce questo fondo si trova al comma 12 dell’Articolo 38. Il titolo di questa sezione è Rafforzamento dell’ecosistema delle startup innovative e quindi non si parla solo di videogiochi ma di tutte le aziende appena nate che si occupano di innovazione.

Perchè il Pd vuole cancellare l’emendamento

ANSA/ANGELO CARCONI | Marianna Madia, la deputata che ha chiesto di togliere il Firs Playable Fund

Marianna Madia ha la delega all’Innovazione nella segreteria del Pd. Il suo emendamento per cancellare il fondo dedicato ai videogiochi ha sollevato molte critiche dal settore, tanto che la petizione su Change.org da oltre 2.600 firme per sostenere questi finanziamenti è rivolta proprio a lei. Madia ha spiegato a Open le regioni di questa scelta.

«La premessa – dice Madia – è che il Partito Democratico non è contro il mondo dei videogicohi. Nell’ultimo governo prima di quello Lega-M5s, io e il ministro Dario Franceschini abbiamo inserito i videogiochi nella riforma che garantisce agevolazioni fiscali al settore audiovisivo. Una riforma che non è ancora stata approvata».

L’ex ministra spiega quindi che vuole sopprimere quel fondo per non togliere forza al progetto sulle startup: «L’Articolo 38 del decreto Rilancio ha un titolo chiaro che riguarda tutte le startup innovative. Non ha senso parcellizzare gli interventi in singoli progetti e scegliere di blindare quei fondi per i videogiochi. Se si decide che è un settore strategico, 4 milioni di euro sono troppo pochi: serve una riforma strutturale».

Foto di copertina: Tecnologia vettore creata da freepik – it.freepik.com

Leggi anche: