I dodici anni di Alice, bullizzata perché obesa: «Sei grassa, ti pesto» – Le chat della vergogna

«Attenta alle cose che dici perché poi picchio te e tua mamma, stai scherzando con il fuoco, non sai di cosa sono capace. Stiamo organizzando una vattuta (pestaggio, ndr)», questo il tenore dei messaggi rivolti a una 12enne

La sua vita era diventata un inferno. Minacce, anche di morte, insulti, messaggi volgari su Instagram. La vittima di questi vergognosi attacchi si chiama Alice (nome di fantasia, ndr), ha 12 anni e pochi giorni fa è finita in ospedale a seguito di un malore. Ha avuto una perdita transitoria di coscienza. Non ce l’ha fatta più. Forti mal di testa e mal di pancia nati dopo che due “amici”, o meglio quelli che lei riteneva tali, hanno cominciato a perseguitarla su Instagram. Il motivo? Qualche chilo di troppo, un peccato imperdonabile, secondo loro. In altre parole, bullismo.


Gli insulti vergognosi

Come si legge sulla denuncia, di cui Open è venuto in possesso, la giovane è stata «derisa e denigrata», etichettata come «tr**a», «allontanata da tutte le altre amiche» al punto che uno dei due autori della persecuzione (entrambi 14enni, ndr) le ha fatto «terreno bruciato intorno ponendola in uno stato di isolamento». L’hanno definita «obesa», hanno minacciato di pubblicare sue foto imbarazzanti per denigrarla. Poi hanno scritto: «Alice pagherebbe miliardi per levarsi quella panzana ma purtroppo ha preso i geni della mamma, quindi è destinata a essere obesa tutta la vita».


Open | Ecco una delle foto della 12enne pubblicata da un profilo falso

«Balena e putt**a»

A un certo punto, però, il loro obiettivo è diventata la madre della ragazzina. Il motivo? Alice ha osato raccontarle tutto. «Attenta che stiamo organizzando una vattuta (pestaggio, ndr), più continui, più la pestiamo». E c’è pure il video in cui la mamma della ragazzina viene definita «putt**a» oltre che «balena».

«Non sai di cosa sono capace»

«Ti faccio piangere sangue, attenta alle cose che dici perché poi picchio te e tua mamma. Attenta che io mi suicido dopo che ho ucciso te. Muori prima tu di me, stai scherzando con il fuoco e non sai di cosa sono capace» aggiungono dall’ennesimo account fake su Instagram.

I profili fake su Instagram

Tra i profili fake creati dai due ragazzi ci sono: “(nome e cognome della ragazza) la putt**a” e “(nome) la cosa brutta” dalla quale scrivono anche messaggi privato del tipo: «Ma il ca**o ti piace in c**o o nella f**sa?».

Open | Ecco le chat della vergogna

Alice non vuole più uscire di casa

Ora Alice «ha timore di uscire per la sua incolumità». Secondo i due haters, la ragazzina non avrebbe dovuto raccontare quanto accaduto alla madre. Avrebbe dovuto subire, in silenzio. E, invece, ha trovato il coraggio di smascherarli. Ora, però, dovranno fare i conti con la denuncia presentata ai carabinieri dalla madre della ragazzina, supportata dall’avvocato Sergio Pisani.

La replica

La verità è «ben diversa da come l’ha raccontata la mamma della ragazzina»: «Avrebbe infatti scatenato lei stessa una gogna mediatica contro il giovane, un amico della figlia quattordicenne che avrebbe postato su Instagram frasi denigratorie e foto imbarazzanti contro di lei. Il giovane si è trovato così vittima di messaggi offensivi e persecutori, finendo a sua volta in ospedale per la grande prostrazione patita». A precisarlo, in un comunicato diffuso dall’Ansa, è l’avvocato Francesco Miraglia, legale della mamma di uno dei due minori coinvolti nell’episodio.

La verità, dunque, non sarebbe quella raccontata dalla madre di Alice (nome di fantasia, ndr). «La ragazzina aveva l’abitudine di minacciare le persone con le quali ha dei problemi e per questo nessuno la frequenta. Il ragazzo si è prodigato molto per aiutarla e sono usciti insieme. Poi c’è stato un dissidio per motivi banali e il loro rapporto si è incrinato, innescando comportamenti discutibili da entrambe le parti. Anche il giovane è in sovrappeso e anche lui è stato preso in giro per questo. La mia assistita ha anche tentato un approccio con la madre della ragazzina che, però, non è servito a risolvere la questione. Anzi: anche a lui sono state inviate foto compromettenti e messaggi offensivi rivoltigli pure dalla mamma della ragazzina, la quale, tra l’altro, si occupa di minori in ambito giudiziario» ha concluso il legale.

Foto in copertina di Anemone123 da Pixabay

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